9 ottobre, la ferita aperta
Nove ottobre 1943. È Yom Kippur, il digiuno di espiazione, il giorno più importante del calendario, quando i nazisti decidono di effettuare la prima retata antiebraica a Trieste. La drammatica premessa alle numerose azioni che anche nelle settimane successive saranno sferrate, lasciando un segno profondo tra gli ebrei triestini. Prima l’internamento nella Risiera di San Sabba, dove già alcuni di loro furono uccisi. Quindi la deportazione nei campi di sterminio. Afferma al riguardo la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni: “Siamo nel pieno della festività di Sukkot, ricorrenza con cui si chiude un intenso ciclo di celebrazioni e appuntamenti con il nostro io più profondo. In questa data il nostro pensiero non può che andare a due Comunità che un prezzo carissimo hanno pagato all’odio. Agli ebrei romani, che oggi ricordano l’attentato al Tempio Maggiore in cui fu ucciso il piccolo Stefano Gaj Taché. Un ‘bambino italiano’, come ci ha ricordato in un discorso altissimo e indimenticabile il Presidente Mattarella. E agli ebrei triestini, per cui 74 anni fa iniziò la prova più dura a poco più di cinque anni dal giorno in cui, proprio a Trieste e in una festante Piazza Unità d’Italia, furono annunciate da Mussolini le ormai imminenti Leggi Razziste. Mi riferisco alle prime retate da parte dei nazisti durante lo Yom Kippur, il giorno più sacro del calendario ebraico, cui seguirono l’internamento alla Risiera di San Sabba (fatale già per molti) e la deportazione verso i campi di sterminio da cui ben pochi, come tristemente noto, sarebbero tornati”.
Sottolinea ancora la Presidente UCEI: “Che questi due forti momenti-eterni possano guidarci ogni giorno nelle nostre scelte. Che il ricordo di chi brutalmente è stato sottratto alla vita, alla famiglia, ai propri cari, sia sempre al nostro fianco in ogni momento. Non dimentichiamo, e nel solco di questa consapevolezza continueremo a batterci per un futuro nel quale il valore della vita è condiviso e vissuto nei momenti solenni come in quelli quotidiani”.
(Nell’immagine la Risiera di San Sabba)
(9 ottobre 2017)