La mostra – 1938, l’anno della vergogna
I trentaquattro minuti dell’odio, della menzogna, dell’infamia da cui scaturì ogni dramma: prima l’allentamento dalla società, quindi l’avvio della campagna persecutoria che per molte migliaia di individui si concluderà, senza ritorno, in un lager. Lo straordinario video restaurato in cui scorrono le immagini dell’annuncio delle Leggi Razziste a Trieste, il 18 settembre 1938, è senz’altro il pezzo forte della mostra 1938 – La storia che si inaugurerà nel pomeriggio alla Casina dei Vallati, sede della Fondazione Museo della Shoah di Roma. “L’ebraismo mondiale è stato, durante 16 anni, malgrado la nostra politica, un nemico irriconciliabile del fascismo” annuncia Benito Mussolini in Piazza Unità d’Italia, davanti a una folla entusiasta.
Quali furono gli effetti dell’annuncio, nel breve e nel lungo termine? La mostra, curata dagli storici Marcello Pezzetti e Sara Berger, lo illustra magistralmente attraverso fotografie, manifesti, documenti, giornali, oggetti e filmati, in gran parte inediti. Proprio Pezzetti e Mario Venezia, presidente della Fondazione, hanno oggi accompagnato un gruppo di giornalisti all’interno degli spazi espositivi.
Sottolinea Venezia: “Dopo esserci immersi, con l’ultima nostra esposizione, nella follia della propaganda antisemita, nazista e fascista a confronto, abbiamo deciso di far compiere agli italiani, e di compiere anche noi stessi, un viaggio in quella che può essere considerata una delle pagine più infamanti della storia del nostro paese”.
Nel percorso espositivo la storia della legislazione antiebraica fascista, dalla sua preparazione attraverso una biennale campagna propagandistica all’ideazione e realizzazione della schedatura della popolazione ebraica presente sul territorio nazionale attraverso un censimento su basi razziste. Dai primi decreti legge antiebraici “per la difesa della razza” che colpirono il mondo della scuola, delle università e gli ebrei stranieri alla comparsa, nel novembre del ’38, del corpus più consistente dei provvedimenti controfirmati dal re Vittorio Emanuele III.
Osservano i curatori: “Si tratta dell’esposizione di una delle pagine più vergognose di storia italiana, ovvero del momento in cui questo Paese, autodefinitosi ariano, mise a disposizione tutte le sue risorse per escludere dal mondo del lavoro e della scuola e dalla vita pubblica una parte rigogliosa di sé”.
La mostra si avvale del patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero dei Beni, dell’Attività Culturali e del Turismo, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, della Regione Lazio, di Roma Capitale, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, e della Comunità Ebraica di Roma.
(16 ottobre 2017)