Oltremare – Miracoli
È stata una maratona anche quest’anno, ma finalmente ne siamo fuori. La meravigliosa stagione del “dopo le feste” può avere inizio, e concederci di portare a compimento tutto quello che non c’è stato verso di fare da fine luglio in poi. Qualcuno un giorno dovrà spiegare come sia possibile che lo Stato di Israele sia nato, si sia sviluppato, e continui a crescere ad un ritmo di tutto rispetto, nonostante vacanze estive delle scuole lunghe come la quaresima dei nostri fratelli minori, e con le feste autunnali in agguato a poche settimane di distanza (a volte una sola, dipende dal calendario lunare): tre lunghe settimane di lavoro a singhiozzo, scuole di nuovo chiuse e genitori sull’orlo di una crisi di nervi. Il paese è pieno di bambini: le famiglie hanno una media di tre figli a coppia; ma mentre i bambini hanno una infinità di giorni di vacanza, i lavoratori dipendenti hanno una media di due settimane di ferie pagate. E le madri lavorano (il 74% delle donne, dati dell’OECD del 2014). Insomma, i conti non tornano. Soprattutto i conti in tasca delle famiglie, che per lavorare spendono in attività estive e festive per i bambini interi stipendi, ingaggiano legioni di baby-sitter, impietosiscono eserciti di nonni, e fra l’altro in qualche modo riescono anche ad andare in vacanza e a riempire il mondo di piccoli e grandi israeliani vaganti. D’altra parte l’aveva predetto benissimo uno dei Fondatori, Ben Gurion, quando disse che in Israele, per essere realisti bisogna credere nei miracoli. Noi ci crediamo senza esitazione alcuna, e lo stesso ci sembra quasi incredibile poter guardare il calendario e vedere settimane tutte intere dalla domenica al giovedì, in cui lavorare normalmente e senza interruzioni religiose o istituzionali. Dura poco, fino al 12 dicembre, vigilia di Channuka, ma entro quella data faremo miracoli.
Daniela Fubini, Tel Aviv