In ascolto – Bereshit

Maria Teresa MilanoÈ ricominciato l’anno accademico, si riaprono i quaderni e le grammatiche e un nuovo gruppo di studenti muove i primi passi nello studio dell’ebraico, avvicinandosi con un po’ di timore a un nuovo alfabeto, ai suoni gutturali e a un universo intero che parte dall’idioma biblico e attraversa i secoli, in uno scambio continuo tra antico e moderno, tra narrazione biblica ed espressioni della moderna produzione israeliana.
Ho l’abitudine di accogliere i nuovi studenti con la lettura del primo capitolo di Genesi, Bereshit – in principio. Comincia così la Bibbia e forse anche il mondo e comincia così una suggestiva canzone interpretata da Noa che riprende gli antichi versetti e li trasforma in un canto moderno, una catena di parole e suoni sopravvissuti al tempo, agli esili, alla diaspora e alle contingenze storiche.
L’autore è Haim Hefer, nato Feiner a Sosnowiec (Polonia) nel 1925. La famiglia emigra in Palestina nel 1936 e trova casa a Raanana. Nel 1943 Haim lascia la scuola per entrare nel Palmach e durante la guerra di Indipendenza emerge il suo talento di autore; a lui si deve la scrittura di canzoni umoristiche, satiriche e di sketch per sollevare il morale delle truppe e la creazione della prima troupe di intrattenimento nell’esercito: Chizbatron.
Haim Hefer è considerato un simbolo, è il poeta israeliano che modella l’identità nazionale attraverso l’ebraico, è la “personificazione delle parole e della melodia dell’impresa sionista”, come ha scritto Eitan Haber, una “pietra miliare non solo della cultura israeliana ma della israelianità”, secondo Shaike Levi.
Negli anni ’50 insieme a Dahn Ben-Amotz (all’epoca la grande voce del programma radio “Tre uomini in barca”) scrive “Un sacco di frottole”, una raccolta di racconti sulla quotidianità del Palmach che ben presto divengono un must e che esprimono il senso acuto della satira e della capacità di osservare il mondo propria dei due autori.
Hefer ha scritto per decine di compositori e tra gli artisti che hanno eseguito suoi brani compaiono anche grandi nomi come Shoshana Damari e Yaffa Yarkoni.
Nel 1983 ha ottenuto l’Israel Prize per il suo contributo alla formazione della musica di Israele.
Oggi ascoltiamo la sua “Bereshit” – In principio, nell’interpretazione di Noa su musica di Sasha Argov, ma di lui parleremo la prossima settimana.

Consiglio d’ascolto: https://www.youtube.com/watch?v=gRGB2bj9g7s

Maria Teresa Milano

(26 ottobre 2017)