Una Sarabanda di J.S. Bach
Quando fu deportata a Theresienstadt nel 1941 con i suoi familiari e la maggior parte degli ebrei del Protettorato, Zuzana Růžičková aveva soltanto 14 anni (nacque a Plzeň il 14 gennaio 1927); a Theresienstadt Zuzana strinse amicizia con Alfred [Fredy] Hirsch, un didatta ebreo ceco che sostenne e accudì numerosi ragazzi ebrei sino all’ultimo trasferimento ad Auschwitz–Birkenau.
Nel Campo Zuzana studiò solfeggio e armonia sotto la guida del grande pianista e compositore Gideon Klein; nessuno le riferì cosa stesse accadendo agli ebrei d’Europa ad Auschwitz–Birkenau, le dissero semplicemente che erano stati assegnati a Campi di lavoro aperti in Polonia.
Tuttavia Zuzana ebbe subito qualche dubbio in proposito perché Fredy Hirsch le disse di aver incontrato nel Campo un gruppo di ragazzi ebrei di Białystok trasferiti temporaneamente a Theresienstadt e aveva notato che, quando i ragazzi venivano condotti alle docce, iniziavano inspiegabilmente a piangere; successivamente, comprese perché.
Suo padre morì nel Campo, nel dicembre 1943 Zuzana e sua madre furono trasferite a Auschwitz–Birkenau presso l’area destinata alle famiglie provenienti da Theresienstadt; Hirsch consigliò a Zuzana di dichiararsi sedicenne ossia più grande della sua età, ciò le salvo la vita (Hirsch morì ad Auschwitz l’8 marzo 1944).
Nel giugno 1944, pochi giorni dopo lo sbarco degli Alleati in Normandia, i tedeschi selezionarono ad Auschwitz 1.000 deportati e li caricarono su camion diretti ad Amburgo; la grande città portuale tedesca era stata devastata dai bombardamenti aerei degli Alleati e occorreva manodopera.
Zuzana e sua madre furono selezionate ma caricate su trasporti diversi; mentre l’autocarro dove si trovava Zuzana partì, sua madre le corse dietro e riuscì a metterle in mano una scatoletta nella quale c’era un foglietto con su scritto il tema della Sarabanda dalla 5a Suite Francese di J.S. Bach.
Quel giorno Zuzana comprese che sarebbe sopravvissuta e avrebbe fatto la musicista.
Nel febbraio 1945 fu trasferita da Amburgo a Bergen–Belsen, ormai al collasso per sovraffollamento ed epidemia di tifo; il 15 aprile 1945, giorno in cui le truppe canadesi e britanniche liberarono Bergen–Belsen, fu trovata denutrita all’inverosimile e gravemente affetta da malaria.
Tornata in Cecoslovacchia, intraprese gli studi di clavicembalo, fu allieva della grande clavicembalista franco–polacca Wanda Landowska e tenne il suo primo recital clavicembalistico nel 1951; nel 1956 vinse il prestigioso concorso internazionale musicale di Monaco di Baviera divenendo una delle più grandi clavicembaliste al mondo (celebri le sue registrazioni discografiche delle Sonate di Alessandro Scarlatti e l’integrale del Clavicembalo ben temperato di J.S. Bach).
Quando incontrai Zuzana a Praga nel 2007, mi accolse nella sua casa con un meraviglioso sorriso, i suoi occhietti vivaci brillavano; ci ha lasciati lo scorso 27 settembre.
Tra i tanti aneddoti, Zuzana mi disse che ad Auschwitz–Birkenau sia Hirsch che altri deportati adulti cercavano di conferire normalità e serenità organizzando lezioni scolastiche, attività corale e piccoli giochi; “mi insegnarono a non mentire – disse Zuzana – e a non rubare, a essere cittadini onesti e non odiare mai nessuno”.
Sebbene pochissimi di quel Block si salvarono, Hirsch e altri insegnavano ai nostri ragazzi a credere e sperare in un mondo migliore.
In quei giorni un’altra ragazza ci lasciava a Bergen–Belsen a causa del tifo esantematico, lasciandoci in eredità un meraviglioso diario e un sorriso alla vita immortalato in una foto che neanche le offese di qualche giorno fa sono riuscite a scalfire.
Un giorno il mondo diventerà migliore; sulle note della Sarabanda dalla 5a Suite Francese di J.S. Bach.
Francesco Lotoro