Il “Nobel ebraico” alla Portman
Dopo l’Oscar come miglior attrice, Natalie Portman ottiene il Genesis Prize, il cosiddetto Nobel ebraico. Il premio, del valore di un milione di dollari, viene assegnato ogni anno a chi, per i suoi raggiungimenti professionali e la dedizione ai valori ebraici, può essere d’ispirazione alle nuove generazioni di ebrei.
Natalie Portman, Oscar nel 2011 per Black Swan di Darren Aronofsky, regista e interprete di Sognare è vivere (2015) tratto da Storia d’amore e ombra di Amos Oz e girato interamente in ebraico, è stata premiata per l’impegno sociale e il profondo legame con le sue origini ebraiche e israeliane.
“Natalie Portman rappresenta i tratti salienti del carattere ebraico e i valori del nostro popolo con la sua tenacia, il duro lavoro, la ricerca dell’eccellenza, la curiosità intellettuale e il desiderio sincero di contribuire a rendere il mondo un posto migliore” ha detto Stan Polovets, chairman e co-fondatore del premio.
“Sono fiera delle mie radici israeliane e dell’eredità del popolo ebraico che rappresentano un aspetto cruciale di ciò che sono” ha commentato l’attrice, che si è detta profondamente toccata dal riconoscimento. Natalie Portman utilizzerà il premio per iniziative a favore dell’educazione, dell’avanzamento economico, della salute e della partecipazione politica delle donne, in Israele e non solo (i vincitori del Genesis prize sono incoraggiati a usarlo per sostenere cause filantropiche e sociali).
Natalie Portman, nata in Israele e cresciuta negli Stati Uniti, è la prima donna a essere insignita del Genesis Prize. Prima di lei erano stati premiati l’artista Anish Kapoor (2014), l’attore Michael Douglas (2015), il violinista Itzhak Perlman (2016), e, un anno fa, il sindaco di New York Michael Bloomberg.
Alla cerimonia di premiazione, che si terrà a giugno a Gerusalemme, è annunciata la presenza del primo ministro israeliano Netanyahu. Istituito nel 2014, il Genesis Prize è gestito infatti da una fondazione privata in partnership con l’ufficio del Primo ministro e l’Agenzia ebraica.
Daniela Gross
(9 novembre 2017)