In ascolto – Shlomo e Nava
Nava Semel se n’è andata, all’alba di una giornata qualunque. Aveva solo 63 anni e chissà quanti racconti ha portato con sé. La sua fantasia lavorava continuamente, in ogni luogo che visitava, a ogni incontro nuovo e prendeva appunti in modo frenetico. Era solita dire che scriveva due o tre romanzi contemporaneamente, perché insomma, non si scrive a comando e le storie hanno bisogno di respirare, ciascuna con il proprio tempo e mentre una riposa l’altra cammina, poi i ruoli si invertono…
E mentre mi tornano alla mente i ricordi del tempo trascorso insieme e del lavoro in trio con Sarah Kaminski, nella mia mente si fanno strada le note di una melodia: Ahavtiha, un classico israeliano, una canzone senza tempo, composta nel 1970 da Tirtzah Atar (parole) e Yaakov Hollander (musica).
A interpretare quel pezzo, all’epoca presentato come “Pitom achshav, pitom hayom” fu Shlomo Artzi, un giovane militare di 21 anni, figlio di due sopravvissuti alla Shoah, un ragazzo dotato di grande talento musicale, fratello maggiore di una ragazzina di nome Nava, dotata di grande talento per la scrittura. Shlomo e Nava, due personalità artistiche che percorreranno strade differenti ma entrambe di grande successo. Lei diventa autrice di numerosi libri per adulti e ragazzi e di opere per il teatro, lui invece interprete e anche autore di pietre miliari nella storia della musica pop israeliana.
Oggi desidero ricordare Nava Semel attraverso questa canzone interpretata dal fratello Shlomo, che inizia con “Lei ora è nel mio cuore, come molte ombre e molti sentieri… come le acque blu di un fiume; lei ora è qui”.
Maria Teresa Milano
Consiglio d’ascolto: