…fascismo

Molti fra i giovani, “abbandonati dalla borghesia, incompresi dal mondo della cultura ufficiale rientrarono in se stessi e si appassionarono alla loro azione personale […] ritornarono violentemente alle idee tradizionali, a quelle che rappresentavano una rispettabile somma di esperienza storica e riaffermarono energicamente la Nazione come valore unico, eterno, supremo” (Mario Missiroli, Il fascismo e la crisi italiana, Bologna 1921, p,17). Si tratta di uno sguardo contemporaneo estremamente lucido sulle dinamiche che condussero molti giovani negli anni della crisi 1919-1920 ad abbracciare quello che sarà l’inizio dello squadrismo fascista. Enzo Sereni nel 1939 ripensava dalla Palestina alle Origini del Fascismo (La Nuova Italia, Firenze 1998) e commentava questa valutazione con sguardo disincantato: “In nome della nazione si chiedeva ora loro di sfaldare il proletariato ‘antinazionale’. Essi accettano il compito come missione, senza spesso essere coscienti delle forze che li spingono e li guidano”. Quanto delle tensioni che si vivono oggi nella società italiana e in quelle europee vede la sua origine in quegli anni? E quanto allarmanti sono i segnali che ci provengono nel costituirsi di gruppi estremistici che apertamente si rifanno a quegli anni e a quelle dinamiche ideologiche?

Gadi Luzzatto Voghera, Direttore Fondazione CDEC

(8 dicembre 2017)