…sionismo
Il termine “sionismo” in alcuni ambienti mediatici e politici viene sempre più spesso sottratto alla sua concretezza storica per proiettarlo in una dimensione immaginaria utile per scrivere striscioni, bandiere e manifesti politici, ma poco interessante per conoscere la storia e interpretarla in maniera critica. Nel bel mezzo della Grande Guerra nasceva in seno all’ebraismo italiano un nuovo settimanale. Si trattava di “Israel”, una testata nella quale confluivano il “Corriere Israelitico” di Trieste (all’epoca terra contesa) e la “Settimana Israelitica” di Firenze. In un’epoca di scontro fra contrapposti nazionalismi, vecchie e nuove nazioni andavano affermando in vario modo le loro aspirazioni. Fra queste, anche gli ebrei europei – che erano stati massacrati e vilipesi a centinaia di migliaia a partire dalla seconda metà dell’800 da una crescente violenza antisemita che conosceva nuove e inedite connotazioni politiche – avevano aperto una stagione di nazionalismo. Anche nella minoritaria esperienza italiana questa aspirazione aveva conosciuto importanti espressioni teoriche e intellettuali, guidate in particolare dai rabbini e giornalisti Dante Lattes e Alfonso Pacifici che si erano infine ritrovati attorno a un progetto comune proprio durante la prima guerra mondiale. Un settimanale da subito molto diffuso, ideologicamente connotato in direzione di un risveglio della coscienza nazionale ebraica. Ma, nel contempo, un organo di stampa che contribuì alla diffusione e al radicamento dei principi della tradizione ebraica in una minoranza per lo più assimilata e lontana dalle tradizioni. Negli anni del fascismo il giornale divenne una delle poche palestre di libertà di stampa dell’intero panorama italiano, fastidioso al punto da essere oggetto di un attacco squadrista che nel 1938 ne provocò la chiusura. Solo nel 1944 (a Roma liberata) il settimanale poté riprendere le pubblicazioni.
Per offrire al grande pubblico e agli studiosi questo prezioso materiale di lavoro, per riempire di significato storico il concetto di sionismo, sottraendolo alla lettura distorta che ne viene data da certe frange politiche volutamente ignoranti e poco propense a interpretare la storia sui documenti, collocandoli nella loro corretta dimensione spaziotemporale, la Fondazione CDEC offre ora la libera consultazione online della collezione del settimanale “Israel” dal 1916 al 1938. Una buona lettura. Da studiare, per continuare a pensare liberamente.
Gadi Luzzatto Voghera, direttore Fondazione CDEC
(22 dicembre 2017)