Leggi Razziste, processo al re

Screen Shot 2018-01-03 at 16.15.05Regime fascista, istituzioni, re Vittorio Emanuele III e una parte significativa di società civile che nulla fece per contrastare quell’infamia. A ottant’anni dalla promulgazione delle Leggi Razziste, il provvedimento che mise gli ebrei italiani ai margini della società, un’occasione unica per riflettere, con esperti di diritto ai più alti livelli, sulle responsabilità individuali e collettive. L’appuntamento è per giovedì 18 gennaio alle 20.30, all’auditorium Parco della Musica di Roma, con la rappresentazione teatrale “Il processo”. Un’iniziativa promossa dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, sotto l’egida del Comitato di Coordinamento per le Celebrazioni in Ricordo della Shoah presso la Presidenza del Consiglio, e organizzata da BrainCircleItalia e MusaDoc in collaborazione con l’Università Ebraica di Gerusalemme, la Fondazione Musica per Roma, Rai Cultura e con il supporto della Fondazione Gariwo, del CIDIM, del gruppo Salini-Impregilio e di ACEA Spa.
Tra i protagonisti il procuratore militare Marco De Paolis nel ruolo di pubblico ministero, l’avvocato Umberto Ambrosoli nei panni del re Vittorio Emanuele III, l’avvocato Giorgio Sacerdoti che sarà la parte civile. La corte sarà invece composta dall’avvocato Paola Severino, dal consigliere del CSM Rosario Spina e dal magistrato Giuseppe Ayala. Tra i tanti testimoni illustri Piera Levi Montalcini, nipote del Premio Nobel Rita; Federico Carli, nipote di Guido; Anita Garibaldi, in rappresentanza del padre, il parlamentare e antifascista Ezio Garibaldi; Carla Perugia Della Rocca, che visse in prima persona le discriminazioni. Interverranno inoltre i giornalisti Maurizio Molinari e Lorenzo Del Boca oltre al professore di economia Enrico Giovannini e agli avvocati Matias Manco e Giovanni Rucellai.
Spiega la Presidente UCEI Noemi Di Segni nel dare appuntamentoalla serata del 18: “Con questo processo si vuole evidenziare la filiera delle responsabilità che dal re e dal regime risalgono alle istituzioni, al mondo accademico, alla stampa, alle realtà lavorative, alla Chiesa, alla popolazione civile che, quando non si rese complice, accettò con indifferenza che una comunità di concittadini, presenti da duemila anni nel Paese, perdesse ogni diritto e libertà. Il diritto di lavorare, studiare, avere una vita sociale, contribuire alla scienza, alla cultura, alla politica”.
L’evento è curato per la parte processuale da Elisa Greco, autrice del format sui Processi alla Storia, su un progetto di Viviana Kasam e Marilena Citelli Francese.

(3 gennaio 2018)