Milano, il Memoriale prende corpo
“Sei, otto mesi e poi porteremo a termine i lavori del Memoriale. Il finanziamento firmato dal ministro Dario Franceschini ci permette di concludere finalmente il progetto”. Da tempo il vicepresidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano Roberto Jarach (nell’immagine assieme al ministro della Giustizia Orlando e al sindaco Sala in visita al Memoriale nel gennaio dello scorso anno) aveva lanciato un appello affinché istituzioni pubbliche e private investissero nella conclusione dei lavori di uno dei luoghi della Memoria più importanti d’Italia. Il decreto approvato dal governo il 12 gennaio e firmato dal ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini è stato il segno che le parole di Jarach non sono cadute nel vuoto: tre i milioni di euro stanziati, che rappresentano “un impegno diretto dello Stato italiano – ha dichiarato Franceschini in una nota – nel recupero e nella valorizzazione di uno dei luoghi della memoria, dove iniziò l’orrore della Shoah a Milano”. Il finanziamento permetterà di portare a termine la biblioteca, che ospiterà gli oltre 45mila volumi del Centro di Documentazione ebraica contemporanea di Milano. E proprio il Cdec troverà posto nei prossimi mesi nelle strutture di Piazza Edmond J. Safra 1 (via Ferrante Aporti): il centro si sposterà infatti all’interno del Memoriale costituendo così, in un luogo strategico come l’area della Stazione Centrale di Milano, un punto di riferimento a livello internazionale nello studio della storia ebraica contemporanea e della Shoah. Un impegno, rileva la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, oggi fondamentale alla luce del riemerge delle minacce antisemite. “C’è grande apprezzamento per il decreto firmato dal ministro Franceschini. – sottolinea Di Segni – Il Memoriale è il luogo simbolo di valori positivi e della lotta all’indifferenza (parola che compare a caratteri cubitali sul muro d’ingresso della struttura). Lo ha dimostrato ad esempio impegnandosi ad ospitare i migranti in una situazione di emergenza per la città. E il suo essere un monito contro l’indifferenza all’odio e all’antisemitismo è ancora più significativo in questi giorni dopo il silenzio che era caduto sui fatti di Milano”. Ovvero, alla manifestazione pro-palestinese del 9 dicembre di piazza Cavour dove si erano sentiti slogan antisemiti in arabo. Fatti su cui poi il sindaco di Milano Giuseppe Sala è intervenuto, condannando l’accaduto.