Cosa fa di una scuola una buona scuola?

In una sua recente indagine, Sean Reardon, professore di Povertà e Disuguaglianza nell’Istruzione all’Università di Stanford, ha esaminato gli esiti dei test di matematica e lettura di bambini statunitensi dagli otto ai 14 anni. I risultati dello studio sono sorprendenti, e sufficienti a mettere in discussione i parametri in base ai quali una scuola viene solitamente considerata valida.

Io ho avuto la possibilità di sentire Reardon al telefono e, in una conversazione che è stata qui modificata e condensata per maggior chiarezza, abbiamo parlato di quali siano i dati più affidabili per capire il vero livello di una scuola, quali siano i limiti del sua stessa indagine e perché il famigerato distretto scolastico di Chicago potrebbe essere più valido di quanto non si reputi.

Isaac Chotiner: Qual è la cosa più sorprendente che è emersa da questo studio, la cosa più significativa?

Sean F. Reardon: La cosa più sorprendente è che sono stati registrati alti tassi di crescita intellettuale degli studenti in scuole in cui, penso, nessuno se li sarebbe mai aspettati. Non ovunque, ma certamente in un gran numero di distretti scolastici a basso reddito si è registrata una crescita molto più rapida di quanto io e molte altre persone avremmo potuto immaginare.

Quindi la conclusione è che in realtà i risultati dei test non sono così affidabili? O che ci concentriamo sui parametri sbagliati nello stabilire cosa ci sia di giusto o sbagliato in un distretto scolastico, o se questo funzioni o no?

Una conclusione è che nel consultare i risultati dei test degli alunni di una determinata scuola stiamo considerando la combinazione di due fattori. Da un lato le abilità di lettura e matematica che i bambini hanno prima di iniziare la scuola, cosa per esempio hanno imparato nel periodo prescolare o nei primi anni di scuola elementare, cosa hanno appreso in famiglia.

La seconda componente è data, invece, da ciò che i bambini imparano nel corso delle scuole elementari e medie. E probabilmente dovremmo giudicare un sistema scolastico in base a quanto gli studenti imparano a scuola più che alle loro conoscenze pregresse.

Dall’indagine emerge che la buona reputazione di alcune scuole dipende principalmente da alunni già molto dotati in partenza, il cui tasso di crescita intellettuale, però, non è poi particolarmente alto nel corso del periodo scolastico. Altre scuole, al contrario, sono molto più valide di quanto ci si immagina, perché i bambini, seppur partendo magari da un livello d’istruzione più basso, crescono molto rapidamente negli anni delle elementari e medie. I risultati dei test da soli, quindi, possono portarci a confondere quello che è il reale livello di insegnamento e le abilità pregresse dei bambini.

Esattamente, come ha condotto questo studio?

Una parte della sfida era che nonostante i bambini venissero spesso sottoposti a test in tutte le scuole pubbliche degli Stati Uniti i test usati erano diversi nelle diverse classi e a seconda dell’anno scolastico e dello Stato. Non c’erano quindi test comuni che permettessero di confrontare le abilità dei bambini nel tempo o nello spazio.

La prima cosa da fare era dunque capire come parificare questi test, per poterli confrontare. E, in effetti, questa è stata davvero la prima cosa che abbiamo fatto. Abbiamo distribuito un nuovo test chiamato NAEP (National Assessment of Education Progress, Valutazione Nazionale del Progresso Pedagogico), che è stato compilato da campioni di studenti in tutti gli Stati. Si tratta sempre dello stesso test in ogni Stato e permette, quindi, di confrontare i risultati delle singole scuole.

Una volta inseriti tutti risultati in una graduatoria generale, abbiamo quantificato le conoscenze dei bambini in terza, quelle che acquisiscono entro l’ottava classe e la velocità con cui i risultati cambiano dal terzo all’ottavo anno. Poi abbiamo confrontato i punteggi delle diverse scuole.

Cosa avete capito di Chicago, in particolare?

Chicago è un distretto piuttosto affascinante, perché è molto grande. È il terzo del Paese per grandezza e inoltre è per lo più a basso reddito e storicamente non ha una reputazione molto… Bill Bennett negli anni 80 l’aveva definito il peggior distretto scolastico degli Stati Uniti, o qualcosa del genere. Insomma, la gente storicamente non associa Chicago ad un gran sistema scolastico. E, in effetti, i punteggi delle classi terze a Chicago sono molto bassi. A nove anni i bambini non hanno grandi abilità matematiche né nella lettura, è come se fossero un anno e mezzo indietro rispetto alla media nazionale.

La media viene poi, però, quasi totalmente recuperata entro i quattordici anni, quando gli alunni di Chicago risultano indietro solo circa di mezzo anno scolastico. Significa che lo studente medio è come se andasse avanti di sei anni di studio in cinque anni reali. Il 20 per cento più veloce della media nazionale. E non sono solo alcuni i bambini che imparano il 20 per cento più velocemente. In totale sono 370.000 i bambini del distretto. Penso sia una scoperta davvero sorprendente.

E c’è una ragione generale, nei distretti che avete studiato, per la quale queste scuole in realtà sono migliori di quanto si pensi? Ci sono delle strategie che le scuole usano e le persone semplicemente non vedono?

Domanda da un milione di dollari. Non sappiamo ancora la risposta, ma ce ne occuperemo prestissimo e non solo per noi. Abbiamo infatti pubblicato tutti i dati emersi dalla nostra indagine, in modo da permettere anche ad altre persone, quali ricercatori ed educatori, di esaminarli e capire se questi possono essere utili nel dedurre le strategie che portano ad alti livelli di apprendimento.

Secondo le teorie più comuni le scuole migliori avrebbero insegnanti più validi, o un buon preside, un ambiente scolastico sicuro e un percorso curricolare coerente, un buon livello di insegnamento. In esse gli insegnanti sarebbero in grado di concentrarsi sull’apprendimento, ma anche prendersi cura e considerare i bisogni e la vita dei bambini oltre le mura scolastiche, in modo che essi in classe possano davvero concentrarsi solo sullo studio.

Questi sono tutti aspetti che teniamo in considerazione, ma sulle strategie pratiche più efficaci per arrivare a risultati del genere non sappiamo ancora molto.

Penso che questo studio ci debba anche insegnare a guardare le graduatorie e i risultati delle scuole in maniera più comprensiva, cogliendone ogni sfumatura, perché non dovremmo denigrare scuole in realtà valide.

Esatto. Sono totalmente d’accordo. E abbiamo voluto condurre questo studio anche per vedere se, concentrandosi sulla crescita intellettuale degli alunni, si sarebbe trovato un modo nuovo e migliore per valutare l’efficacia di una scuola. Ma penso sia anche importante non sopravvalutare la qualità di questa indagine, nel senso che i dati ricavati sulla crescita intellettuale dei bambini, pur essendo certamente più affidabili dei soli risultati di un singolo test, sono lontani dall’essere perfetti, principalmente per due motivi.

Il primo è che dovremmo giudicare una scuola non solo basandoci sul miglioramento dei bambini in matematica e lettura. Da genitore, desideri che tuo figlio sia molto di più che bravo a leggere o a fare i calcoli. Certo, la matematica e la lettura sono importanti, ma è importante anche dar spazio alla creatività, saper lavorare bene in gruppo, ed essere felici, fare amicizia serenamente e sviluppare un pensiero critico. Da genitore, desideri che tuo figlio sia molto di più e i test di lettura e matematica sono parte di questo, ma non certamente la somma di tutto.

Quindi i test non sono così perfetti per il loro scopo. E l’altro motivo per cui non sono perfetti è da ricercare nel modo in cui noi elaboriamo i dati. In modo molto semplificato, infatti, quello che facciamo è confrontare i risultati dei test dell’ottava classe di un determinato anno con quelli della settima classe dell’anno precedente e ancora con quelli della sesta classe dell’anno ancora prima e così via. Ma non è detto che, così facendo, arriviamo a confrontare esattamente gli stessi bambini da un anno all’altro.

Siamo infatti in un distretto in cui i bambini cambiano spesso scuola e questo può affettare i nostri risultati sulla loro crescita intellettuale. Potremmo sviluppare un sistema in grado di risolvere anche questo problema.

Mentre ti ascoltavo, pensavo che si parla sempre di istruzione, le scuole vengono studiate da tutti, ma c’è ancora molto che non sappiamo e che ci porta spesso ad un giudizio sbagliato.

Beh, sì e no. Le ultime politiche vanno nella giusta direzione, ma sono ancora troppo spesso incentrate esclusivamente su test di matematica e lettura, tracciando un quadro incompleto di quelle che sono realmente le nostre scuole. E, di conseguenza, è incompleto ciò che sappiamo dell’istruzione. La nostra indagine è sicuramente un piccolo miglioramento in questo campo, ma siamo ancora lontani dall’ottenere la risposta finale.

Versione italiana di Francesca Antonioli, studentessa della Scuola Superiore Interpreti e Traduttori dell’Università di Trieste, tirocinante presso la redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

Isaac Chotine per Slate.com

(19 gennaio 2018)