In ascolto – La ballata di Maria Sanders
Oggi, a differenza del solito, non mi dilungherò in commenti o in approfondimenti, perché ritengo che la canzone che ho scelto si commenti da sola. La musica è uno strumento straordinario per raccontare storie e Storia e sa essere diretta, incisiva; agisce sulle emozioni ma al tempo stesso trasmette contenuti.
La ballata di Maria Sanders è cruda, proprio come lo furono le Leggi razziali. Il testo è di Bertolt Brecht, la musica di Hanns Eisler (1898 – 1962), compositore prolifico, allievo di Schoenberg che a metà degli anni ‘20 si allontana dal maestro per motivi ideologici e politici e decide di mettere la sua arte a servizio del popolo. Compone inni, canzoni in stile marcia e accessibili al proletariato. Qualche anno più tardi tornerà al serialismo, con un suo stile personale, che qualcuno definirà “serialismo dal volto umano”. La Ballata di Maria Sanders ha la grande capacità comunicativa di Eisler e ha chiari legami con il kabarett.
A Norimberga si puniscono le donne
che vanno a letto con un uomo
che non sia di razza ariana.
La fame cresce, i tamburi
rullano più forte che mai.
Oh mio Dio, hanno già deciso
e verranno qua.
Maria Sanders lascia perdere il tuo uomo
che ha i capelli troppo neri
ed un naso che non va.
La fame cresce, i tamburi
rullano più forte che mai.
Oh mio Dio, hanno già deciso
e verranno qua.
Mamma dammi la chiave, non c’è niente di grave
e la luna splende in cielo come sempre,
come sempre.
La fame cresce, i tamburi
rullano più forte che mai.
Oh mio Dio, hanno già deciso
e verranno qua.
Un bel giorno le han tagliato i capelli
e le han messo
un cartello al collo ed una camicia.
Rise la gente.
E lei: niente.
La carne rincara nei sobborghi
e l’Imbianchino sta là.
Dio del cielo, chi ha occhi per vedere
ha già capito che cosa accadrà.
(traduzione G. Strehler)
Maria Teresa Milano
Consiglio d’ascolto:
(1 febbraio 2018)