melamed, Bufera sui licei: pubblicità classiste e anti-poveri

Alcuni dei più prestigiosi istituti del nostro Paese hanno pubblicato sul portale del Miur una serie di schede fondate su studenti «medio-alto borghesi» e che valutano la scarsa presenza di stranieri come un aspetto positivo. Uno dei fiori all’occhiello del ministero dell’Istruzione, “Scuola in chiaro”, restituisce un’immagine delle scuole fortemente classista e poco incline ad accogliere gli studenti stranieri. Come ha fatto notare Corrado Zunino su Repubblica, il portale del Miur che presenta le scuole raccoglie una serie di fascicoli di autovalutazione, chiamati anche RAV, che sembrano redatti ai tempi del libro Cuore.

VISCONTI DI ROMA: «POCHI STRANIERI E NESSUN DISABILE». «L’essere il liceo classico più antico di Roma conferisce alla scuola fama e prestigio consolidati, molti personaggi illustri sono stati alunni», scrive di sé l’Ennio Quirino Visconti di Roma, «Le famiglie che scelgono il liceo sono di estrazione medio- alto borghese», «Tutti, tranne un paio, gli studenti sono di nazionalità italiana e nessuno è diversamente abile», come a dire che non ci sono impedimenti al percorso scolastico e infatti la percentuale di alunni svantaggiati «per condizione familiare è pressoché inesistente».

AL PARIFICATO FALCONIERI POCHI NOMADI E POVERI. Non va meglio al classico parificato Giuliana Falconieri a Roma Parioli, che scrive: «Gli studenti del nostro istituto appartengono prevalentemente alla medio-alta borghesia romana. La spiccata omogeneità socio-economica e territoriale dell’utenza facilita l’interazione sociale». Detto diversamente: ci si parla solo se si è dello stesso ceto anche perché «non sono presenti né studenti nomadi né provenienti da zone particolarmente svantaggiate». Per rimarcare quanto scritto l’istituto ha rimarcato anche che «negli anni sono stati iscritti figli di portieri e/o custodi di edifici del quartiere» ma «data la prevalenza quasi esclusiva di studenti provenienti da famiglie benestanti, la presenza seppur minima di alunni provenienti da famiglie di portieri o di custodi comporta difficoltà di convivenza dati gli stili di vita molto diversi».

AL D’ORIA DI GENOVA I POVERI SONO UN PROBLEMA. Anche il D’Oria di Genova, prestigioso e tradizionale classico del capoluogo ligure, restituisce un’immagine di sé solo per l’alta borghesia che non deve essere disturbata e che accarezza l’idea che «poveri e disagiati costituiscono un problema didattico». Nel RAV c’è scritto infatti che «Il contesto socio- economico e culturale complessivamente di medio- alto livello e l’assenza di gruppi di studenti con caratteristiche particolari dal punto di vista della provenienza culturale (ad esempio, nomadi o studenti di zone particolarmente svantaggiate) costituiscono un background favorevole alla collaborazione e al dialogo tra scuola e famiglia», come a dire che niente deve disturbare i ricchi studenti liguri.

AL PARINI SOLO STUDENTI DI PROVENIENZA SOCIALE ELEVATA. Classismo anche in Lombardia. Il Parini di Milano ha illustrato nella sua presentazione che «gli studenti del liceo classico in genere hanno, per tradizione, una provenienza sociale più elevata rispetto alla media. Questo è particolarmente avvertito nella nostra scuola». Il RAV dell’istituto specifica quindi che «la scuola ha il compito ( obbligo) di contribuire a elevare il livello culturale dei suoi allievi», situazione che inevitabilmente porta a «qualche criticità nelle attività di inclusione».

Lettera43

(9 febbraio 2018)