Non strumentalizzare

Anna SegreIn quest’ultima settimana mi è accaduto più volte di leggere e sentire inviti a non strumentalizzare. Ma cosa significa strumentalizzare? Se si intende, per esempio, mettere in evidenza senza alcuna ragione la provenienza o il colore della pelle di chi ha commesso un crimine direi che gli inviti a non strumentalizzare sono sacrosanti: non c’è alcun valido motivo per cui una persona che non ha fatto nulla di male debba essere chiamata in causa per fatti di cui non ha alcuna responsabilità né diretta né indiretta. Spesso, però, chi invita a non strumentalizzare intende dire che non bisogna dare troppa importanza a episodi isolati di insulti o violenze, o alle uscite infelici di qualche leader politico o candidato. E in questi casi gli inviti a non strumentalizzare non mi convincono per nulla.
In quale misura gli episodi isolati sono isolati? Come si fa a capire che sono isolati? Come si fa a prevedere se resteranno isolati oppure no? Penso per esempio all’ondata di arresti di ebrei presunti antifascisti nel 1934. Molti di loro furono scarcerati dopo poco tempo e la campagna antisemita fu messa a tacere: in quel momento il fascismo italiano aveva interesse a prendere le distanze dall’antisemitismo nazista. Immagino che da parte degli ebrei fascisti non saranno mancati gli inviti a non strumentalizzare, e in quel momento tali inviti saranno anche parsi ragionevoli. Sarebbero passati più di quattro anni prima che si capisse che quell’episodio isolato avrebbe dovuto suonare come un campanello d’allarme.

A volte, come nel caso di Macerata, gli episodi isolati sono preoccupanti per le reazioni e i commenti che suscitano, soprattutto da parte di esponenti politici. Ma spesso anche dopo le uscite infelici di leader e candidati fioccano le accuse di strumentalizzazione se qualcuno si azzarda a dar loro troppo peso. E perché non dovremmo avere paura di parole che suonano come un campanello d’allarme? Perché in piena campagna elettorale non dovremmo dare importanza alle battute dei candidati? Su cosa dovremmo basare il nostro voto? Sulla simpatia, sul modo di vestire o su quello che dicono?

Anna Segre