Sinigaglia, le note riscoperte
Le note del compositore Leone Sinigaglia risuonano nel salone del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, in occasione della maratona cameristica ideata dal direttore Marco Zuccarini: un giorno all’anno la didattica si ferma e lascia il posto solamente alla musica. Tra i vari brani eseguiti, un posto d’onore viene riservato a Sinigaglia, in memoria del quale nel 2017, proprio davanti all’ingresso del Conservatorio, è stata posta una pietra d’inciampo, per ricordare la tragica fine sua e della sorella Alina. Leone infatti morì d’infarto il 16 maggio del 1944, pochi istanti prima di essere arrestato dalla Gestapo in quanto ebreo, la sorella sfuggita nella confusione morirà anche lei di crepacuore un mese più tardi.
A delineare la figura di Sinigaglia musicologo, e a ripercorrere la vicenda legata alla partitura eseguita proprio durante il concerto di sabato sera, è il musicista Massimiliano Génot. L’esecuzione musicale per flauto (Maurizio Benedetti) e pianoforte (Massimiliano Génot), è ricavata dallo spartito originario di Leone Sinigaglia, ancora in formato di manoscritto. “Sembra infatti”, spiega Génot, “che fosse pronto per la stampa, avvenuta solo nel 2017”. Molto probabilmente la mancata pubblicazione è legata alle Leggi razziste, che gli hanno impedito di procedere. Il ritrovamento dello spartito e la successiva decisione di darlo in stampa è ad opera del lavoro di ricerca archivistica svolta dallo stesso Génot, assieme a Benedetti (curatore dell’edizione a stampa) e a Gianni Monasterolo. “Una rinascita tardiva” spiega Génot, “legata ad avversità storiche ed estetiche”. Infatti la rimessa in circolo del nome di Leone Sinigaglia nel contesto italiano avviene con un certo ritardo. Sinigaglia e i suoi lavori appartenevano alla musica strumentale di matrice europea, e questo fa si che fossero più conosciuti negli ambienti austro-tedeschi, piuttosto che in Italia, dove invece all’epoca si prediligeva l’Opera. “Si tratta per certi versi di una vera e propria emarginazione, quella che segnò l’attività di Sinigaglia, il cui destino si legava ad altri compositori italiani, quali Castelnuovo Tedesco e Guido Alberto Fano”. Con la recente pubblicazione e il concerto di sabato si assiste così ad una rinascita dell’opera del musicologo.
Alice Fubini
(19 febbraio 2018)