Uffizi, il nuovo allestimento
nel segno del rabbino di Rembrandt

“È tra le nostre opere di maggiore importanza, sicuramente tra le venti più significative in assoluto di cui disponiamo. Finalmente, da oggi, ha la centralità che merita”. Ha il volto soddisfatto Eike Schmidt, direttore degli Uffizi. Orgoglio personale e orgoglio di squadra per l’inaugurazione del nuovo straordinario allestimento dedicato a Caravaggio e alla pittura seicentesca. Con un Maestro assoluto protagonista. Si tratta del “Ritratto di vecchio rabbino” di Rembrandt Harmenszoon van Rijn, meglio noto come Rembrandt. L’opera, finora relegata in una posizione marginale in una galleria dedicata ai pittori stranieri, cattura infatti l’occhio del visitatore nella penultima delle otto sale presentate oggi alla cittadinanza insieme al sindaco Dario Nardella.
“Sono molto felice di questa collocazione, è stato un po’ come averlo tirato fuori dal Ghetto” scherza Schmidt nelle ore frenetiche che precedono l’inaugurazione ma in cui trova comunque del tempo per una visita in anteprima con Pagine Ebraiche. “Mi faceva piacere condividere con voi questo sguardo nuovo sul ‘rabbino’, che di Rembrandt fu una delle opere più rilevanti. Un’opera figlia di quell’epoca, di quella stimolante Amsterdam ebraica che il pittore conosceva molto da vicino”.
Un’oretta a passeggio tra le sale insieme a Schmidt e tanti stimoli ebraici e biblici a stuzzicare la riflessione. Si parte con “Realtà e magia”, il nome del primo spazio espositivo, per proseguire con “Caravaggio e Artemisia”, “Caravaggio La Medusa”, “Caravaggio: Il Bacco”, “Lume di notte”, “Rembrandt e Rubens”, “Galileo e i Medici”, “Epica Fiorentina”.
“Il nuovo allestimento – spiega Schmidt – si basa su un approccio tematico e artistico che ispira e stimola la curiosità del visitatore, trasportato così nell’atmosfera del tempo e nella storia delle collezioni medicee. L’intenzione è di creare un’esperienza intellettuale sia per i non specialisti, che per gli esperti della materia”.
Suggestiva e vincente la scelta del colore scelto per i pannelli delle sale lungo il corridoio e per le pareti delle sale interne: il rosso. Un rosso non fiammante ed esagerato, viene precisato, ma che “si trova spesso nelle stoffe e nei parati rappresentati nei quadri di quegli anni, studiato su un modello tessile dell’epoca e realizzato con pigmenti naturali utilizzati già nel Seicento”. Il risultato è una maggiore valorizzazione di elementi che altrimenti rischiavano di passare in secondo piano.
A coadiuvare Schmidt in questo lavoro concettuale (“Concepito già dal momento del mio insediamento e messo in pratica nelle ultime settimane”, afferma il direttore) Anna Bisceglia, curatrice della pittura toscana del Seicento; Francesca de Luca, pittura del Cinquecento; e Maria Matilde Simari, pittura italiana ed europea del Seicento.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(Nell’immagine Eike Schmidt davanti al quadro di Rembrandt)

(19 febbraio 2018)