Italia, futuro incerto
I risultati del voto e lo scenario politico nel breve e lungo termine al centro delle riflessioni dei direttori dei principali quotidiani.
Scrive Luciano Fontana (Corriere): “Le rivendicazioni dell’incarico da parte dei vincitori sono legittime ma sembrano prove muscolari che devono misurarsi con la realtà di un Parlamento al momento senza maggioranza. Il fatto che M5S e Lega non abbiano accantonato le pulsioni antieuropee rende gli accordi ancora più complicati.
Sostiene Mario Calabresi (Repubblica): “Sicurezza e immigrazione hanno deciso questo voto, basti pensare che nella Macerata che ha invaso le cronache per l’omicidio di Pamela e per il raid razzista, alle politiche del 2013 la Lega era allo 0,6 per cento e oggi è al 21. Hanno vinto le parole d’ordine che semplificano tutto e dividono il mondo in amici e nemici”.
Riflette Maurizio Molinari (La Stampa): “La vittoria di Movimento Cinque Stelle e Lega nelle elezioni del 4 marzo è un evento spartiacque nella politica italiana, descrive l’entità dello scontento sociale che alberga nel nostro Paese. E apre la strada ad un governo tanto difficile da formare quanto capace di innescare conseguenze imprevedibili in Europa”.
Quinto incontro nell’ultimo anno tra Donald Trump e Benjamin Netanyahu. Al centro la minaccia iraniana e i 70 anni dello Stato di Israele, con il simbolico trasferimento dell’ambasciata americana. “Teheran è la più grande sfida che dobbiamo affrontare in Medio Oriente. L’Iran va fermato” il messaggio del premier israeliano. Dal canto suo Trump ha ha rivolto all’interlocutore parole di amicizia, dicendosi “molto orgoglioso” della decisione su Gerusalemme.
Scrive La Stampa a proposito del sodalizio: “L’intesa fra i due leader, in sintonia ancor prima che Trump venisse eletto presidente degli Stati Uniti, è stata totale, almeno a parole: Iran, Siria, trattative di pace con i palestinesi, che dovranno accettare il ‘fatto compiuto’ di Gerusalemme capitale dello Stato ebraico. La luna di miele però potrebbe finire presto”. A pesare, si legge, potrebbero essere le inchieste giudiziarie che vedono Netanyahu “assediato”. Restando in tema decisamente negativo il ritratto che Repubblica fa della moglie Sara (“la first lady travolta dagli scandali”). “II premier di Israele viaggia con una compagnia inevitabile, fin dentro la Casa Bianca: quella di sua moglie Sara. Ma nessuno – si legge – crede che la donna che lo scorta nel matrimonio possa essergli di un qualche sollievo. Anzi”.
L’Italia assumerà oggi la presidenza dell’International Holocaust Remembrance Alliance, ereditando il testimone dalla Svizzera. A ricevere l’incarico, nel corso di una cerimonia che si svolgerà all’ambasciata italiana a Berlino, sarà il capo delegazione Sandro De Bernardin. “Ininterrotto – spiega Ada Treves su La Stampa, illustrando le attività dell’Ihra – il lavoro dei delegati: studi e ricerche volte a promuovere azioni concrete di formazione e insegnamento, documenti da presentare alle organizzazioni internazionali e un’azione costante sviluppata con i governi per riportare il tema l’attenzione alla Shoah, al razzismo e all’antisemitismo nella politica contemporanea”. Per il 2018, viene indicato, l’impegno sarà soprattutto sul fronte dell’educazione.
Nella Giornata dei Giusti l’inserto “Buone notizie” del Corriere dedica un ritratto a Gabriele Nissim, presidente di Gariwo e anima della Giornata. “Non c’è una ricetta per essere Giusti. Ma nel suo ultimo libro II bene possibile. Essere Giusti nel proprio tempo (ed. Utet) – si legge sull’inserto – il Nissim scrittore accende una luce su alcuni degli ingredienti indispensabili”.
Escluso per il momento il movente razziale nell’uccisione dell’ambulante senegalese Idy Diene a Firenze da parte di un pensionato che ha sparato ieri sul Ponte Vespucci. Già colpita nel 2011 dal raid dell’estremista di destra Gianluca Casseri, la comunità senegalese si è radunata in modo spontaneo sull’Arno all’altezza del ponte chiuso dalla polizia. “In un centinaio protestano, bloccano strade, spaccano fioriere: ‘Non saremo più buoni’ urlano. La procura e gli investigatori della mobile escludono il movente razzista dell’omicidio, ma non basta – scrive Repubblica – a fermare la rabbia”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(6 marzo 2018)