Adesivi antisemiti in curva,
confermata la sentenza
Si chiude la vicenda giudiziaria (almeno su un piano sportivo) relativa agli adesivi antisemiti con Anna Frank apparsi nella curva dei tifosi della Lazio in ottobre. È stato infatti respinto dai giudici della Corte federale d’appello il ricorso del procuratore Giuseppe Pecoraro contro la sentenza del Tribunale federale che in primo grado si era limitato a infliggere una sanzione di 50mila euro (la richiesta di Pecoraro era di due turni a porte chiuse per lo stadio Olimpico). “Il caso Anna Frank vale 50 mila euro” titola la Gazzetta dello Sport. Che poi scrive: “La storia di Anna Frank in curva Sud finisce qui. Poiché una sanzione è stata comunque comminata, il procuratore non può ricorrere al Collegio di garanzia del Coni. L’amarezza di Pecoraro, dicono, è ormai sopra il livello di guardia”.
Nel giorno dell’anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, celebrato ieri in forma solenne alla presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella, Corrado Augias su Repubblica ricorda come si tratti di “uno pochi episodi della guerra e della Resistenza dove la vulgata neofascista è riuscita ad avere una certa circolazione e conseguente credibilità”. Sostanzialmente, viene spiegato, si riduce alla considerazione che se gli esecutori materiali dell’attentato si fossero consegnati agli occupanti nazisti, il massacro si sarebbe evitato. Una versione di comodo, sottolinea Augias, “che ignora circostanze e tempi in cui i fatti si svolsero”.
“Parzialmente incostituzionale”. Questo il parere del procuratore generale polacco, che è anche ministro della Giustizia, a proposito della legge sulla Shoah che sembra gettare più di un’ombra sul futuro della Memoria nel paese. “Una dichiarazione a sorpresa – scrive Avvenire – perché Zbigniew Ziobro è stato uno dei promotori del provvedimento che ha creato grosse tensione tra Polonia, Israele e Usa”.
Sull’Osservatore Romano, quotidiano della Santa Sede, viene invece riportato un passaggio del comunicato emesso al termine della plenaria dell’episcopato polacco svoltasi nei giorni scorsi a Varsavia in cui i vescovi “ricordano che tutte le forme di antisemitismo violano il principio cristiano dell’amore fraterno”.
Diffusi i dati del rapporto annuale relativo al 2017 di StartUp Health Insights. Un mercato in cui l’Italia appare in crescita e Israele si conferma ai vertici. Riporta il Sole 24 Ore: “Se Londra primeggia in quanto a numero di accordi conclusi (22, per un controvalore di 189 milioni), le imprese digitali della salute attive fra Haifa e Tel Aviv, in Israele, hanno chiuso finanziamenti per complessivi 350 milioni”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(23 marzo 2018)