Pagine Ebraiche giugno 2018
“Un veleno che va fermato subito”
La Storia e la Memoria vengono sempre più spesso messe in discussione, le teorie complottiste si diffondono e il livello di aggressività sociale è alto. E quando niente è vero, tutto può essere vero, come spiegano preoccupati i ricercatori del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano nel dossier Antisemitismo, curato da Ada Treves sul numero di Pagine Ebraiche e realizzato in occasione della riunione plenaria della International Holocaust Remembrance Alliance a Roma. Stereotipi e pregiudizi – si evidenzia – prendono piede e attecchiscono facilmente, e un nuovo antisemitismo pare diffondersi rapidamente sia con atti violenti che trasformandosi in un sentimento strisciante diffuso e condiviso, sostenuto anche dall’avanzata dei populismi e da una crisi diffusa. La creazione di un nuovo ruolo ad opera del governo federale tedesco è così un atto politico importante, e ne è ben consapevole Felix Klein, il Commissario per la lotta all’antisemitismo in forze al Ministero dell’Interno dal 2 di maggio, dopo una lunga carriera diplomatica e l’esperienza di Capo delegazione presso l’Ihra. La cooperazione è fondamentale, così come il lavoro sulla formazione dei docenti, portato avanti con decisione in Italia dal Ministero dell’Istruzione che ha emanato a inizio anno le Linee guida per la didattica della Shoah, e che è l’istituzione di riferimento della delegazione Ihra. Ma mentre la Germania affronta il problema con determinazione l’Italia, che ha per il 2018 sia la presidenza dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa che dell’Ihra stessa – ancora non si è dotata di una figura che coordini la lotta all’antisemitismo.Il dossier si âpre con una riflessione dell’attuale presidente Ihra, l’ambasciatore Sandro De Bernardin. “Un veleno che va fermato subito” dice a proposito del clima di odio che si respira nella società.
A proposito di antisemitismo, c’è tempo fino al 9 giugno per partecipare alla nuova indagine europea sul tema promossa dall’Agenzia dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea (Fra).
(31 maggio 2018)