“Nessuna strada per Almirante”

“Nessuna strada a Roma sarà dedicata a Giorgio Almirante”. Il breve messaggio diffuso nella notte dalla sindaca Virginia Raggi chiude, per il momento, l’ipotesi di intitolazione di una strada o piazza della Capitale alla memoria dell’esponente fascista come disposto poche ore prima dal Consiglio comunale attraverso una mozione proposta da Fratelli d’Italia e sostenuta dalla grande maggioranza del M5S.
“Auspico che la mozione si trasformi in una coraggiosa decisione di segno esattamente opposto – e non solo in un blocco – quella di dedicare strade a chi davvero ha combattuto per l’affermazione dei valori della vita, e ancor più che definisca priorità educative e valoriali. Allora sì che per un frangente esulteremo anche noi” commenta la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni.
Numerose le voci che si erano levate per condannare l’iniziativa, tra cui quella della Comunità ebraica romana. “La decisione del Consiglio comunale di votare una mozione per intitolare una via a Almirante – il messaggio affidato a una nota – è una vergogna per la storia di questa città. Chi ha ricoperto il ruolo di segretario di redazione del giornale La difesa della razza, senza mai pentirsene, non merita una via come riconoscimento”. Ad esprimere ferma condanna, tra gli altri, anche Partito Democratico, Anpi e Aned.
Nonostante il passo indietro la preoccupazione resta alta, come spiega la presidente nazionale Anpi Carla Nespolo: “Il voto di ieri in Campidoglio – le sue parole – è vergognoso e inqualificabile. Avviene nel ottantesimo anniversario della promulgazione delle leggi razziali firmate anche da Almirante, responsabile mai pentito. Anche se la sindaca Raggi ha annunciato che non ci sarà nessuna via a lui dedicata, resta un vulnus nei confronti di Roma medaglia d’oro alla Resistenza e dei romani. Non si gioca a carte con i valori della Resistenza”. Per l’Aned, l’Associazione Nazionale Ex Deportati, “la sudditanza culturale dell’eterogeneo movimento pentastellato alla politica della estrema destra nostalgica del Ventennio è a dir poco imbarazzante”.
“La dedica di una strada a Giorgio Almirante – afferma la Presidente Di Segni – rappresenta il totale disorientamento di valori nel quale ci troviamo e nel quale ci svegliamo ogni giorno per scoprire che è ancora più buio di quanto immaginassimo. La domanda più difficile che ci poniamo in questi mesi dedicati nel 2018 al ricordo dell’ottantesimo delle leggi antiebraiche e del settantesimo della Costituzione repubblicana è se qualcosa di tutto quel terribile passato è stato compreso. Terribile passato per l’Italia, l’Europa intera, indescrivibile orrore per chi ha subito deportazione, sterminio e fuga dalla propria casa”.
“Cosa è stato compreso – aggiunge Di Segni – se vi sono almeno altri sei Comuni che portano il nome di Almirante? Altre decine di Comuni che preservano la memoria di fascisti e vili monarchi attraverso monumenti, strade, scuole e biblioteche? Cosa abbiamo trasmesso nelle nostre scuole, nelle mille riforme buone e speciali? Cosa è stato studiato nelle aule universitarie se invece di colmare i vuoti legislativi con efficaci provvedimenti si votano mozioni che indirizzano politicamente verso quel lontano ma così vicino passato? Cosa è stato compreso se il concetto di legalità è inteso così superficialmente per il semplice voto di una maggioranza in un’aula senza alcuna riflessione sulla sostanziale aberrazione che attesta? Cosa è stato insegnato alla nostra generazione del dopoguerra se si propone, si vota e ci si rallegra per una dedica ad una persona che ha di suo pugno siglato, scritto e dichiarato che la razza è un bene? Quante verità abbiamo dimenticato se oggi riusciamo ad inventare nuovi falsi e dimenticare il sacrificio di chi ha liberato l’Italia dal nemico che non è venuto solo da fuori, ma che era dentro di noi? Che con il silenzio e l’indifferenza dei milioni ha legittimato ogni atto di odio e violenza verso i propri cittadini? Cosa deve ancora accadere per iniziare a gridare dei no e non essere così soli?”
“Dico noi – conclude – perché questo voto alla mozione di ieri è stato espresso da chi è stato eletto e rappresenta evidentemente un ampio e diffuso sentire, in molte città e a livello nazionale ed europeo. Ed è questo che ci preoccupa profondamente”.
Da segnalare anche la presa di posizione dell’assessore all’urbanistica di Roma Capitale Luca Montuori, che dice: “Nel 1944 Almirante firmava un manifesto in cui si decretava la fucilazione per tutti i partigiani che non avessero deposto le armi e non si fossero prontamente arresi. Per questo, e per molto altro, non posso immaginare di vivere in una città che intitola una strada a quest’uomo”.
Così invece Emanuele Fiano, parlamentare Pd: “Dieci anni fa a Roma fu già promossa l’intitolazione ad Almirante di una via. Io intervenni in aula per leggere il pensiero antisemita di Almirante. Fratelli d’Italia che lo promuove vuole ricordare la sua attività politica come segretario dell’MSI? Io volevo ricordare tutto della storia. Chi sostenne il razzismo antisemita, quello delle leggi razziali che furono l’anticipo della deportazione, non può essere considerato un esempio. Quelle parole le rileggerei anche oggi”

(15 giugno 2018)