Pagine Ebraiche, Umberto Eco
e l’Italia distratta sulla Memoria
“Strada per strada, lo sbadato omaggio alla geografia dell’odio”. Questo il titolo di un intervento che il giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche dedicava nel 2014 alle molte strade che ancora oggi, in varie città, rendono omaggio ai protagonisti dell’antisemitismo fascista tra cui alcuni firmatari del Manifesto della Razza.
Firmato dal direttore Guido Vitale, aveva suscitato un forte interesse nell’opinione pubblica. Ad essa Umberto Eco, tra gli altri, aveva dedicato un approfondimento della sua rubrica “La bustina di Minerva” sulle pagine dell’Espresso.
“Leggo su Pagine Ebraiche un elenco commentato di illustri fascisti, razzisti e antisemiti, cui sono state dedicate strade in alcuni paesi: a Roma e a Napoli si è onorato Gaetano Azzariti, già presidente del Tribunale della Razza, e si sono intitolate strade a Nicola Pende (Modugno di Bari, Bari e Modena), a Sabato Visco (Salerno), ad Arturo Donaggio (Roma e Falconara): e si tratta di tre persone che, pur essendosi rese famose in altri campi, hanno sottoscritto per primi nel 1938 il famigerato ‘Manifesto della razza’. Ma pazienza – scriveva Eco – è noto che in molti comuni sono andati al potere dei fascisti, e magari gli altri partiti, quando è stata fatta la proposta, non sapevano per niente chi fossero i signori cosi celebrati. Inoltre si potrebbe dire che tutti costoro avevano altrimenti meritato in vari settori e che si poteva perdonare loro il peccatuccio occasionale di un’adesione fatta magari per viltà, interesse o eccesso di zelo. Non abbiamo persino perdonato (o quasi) Heidegger, che pure nel nazismo aveva creduto? E, per giovane età o per cruda necessità (vivendo al nord), non avevano aderito in qualche modo alla Rsi personaggi amabili e giustamente amati come Oscar Carboni, Walter Chiari, Gilberto Covi, Gorni Kramer o Ugo Tognazzi? Ma nessuno di loro ha mai scritto o detto che si dovevano massacrare orto milioni di ebrei”.
“Però il fatto che più colpisce – proseguiva Eco – è che a Castellamare del Golfo (Trapani) è stata intitolata una via a Telesio lnterlandi (tra l’altro, neppure nato da quelle parti).Telesio lnterlandi non era uno scienziato altrimenti rispettabile come Pende o un giurista rispettato anche nell’Italia post-bellica come Azzariti, ma uno sporco mascalzone che ha dedicato la vita intera e seminare odio razzista e antisemita con la rivista La difesa della razza. Chi sfoglia le annate di questa ripugnante rivista, o ne legge l’antologia raccolta da Valentina Pisanty (Bompiani), si rende conto che solo un personaggio in completa e servile malafede poteva pubblicare le menzogne e le assurdità tipiche di quella pubblicazione. Dimenticavo; sempre in quegli anni lnterlandi aveva pubblicato un ‘Contra judaeos’, e anche chi non sa il latino può intuire quale fosse la sua missione”.
“D’altra parte – concludeva il grande intellettuale – si sta discutendo a Roma se intitolare una via a Giorgio Almirante, che della Difesa della razza è stato segretario di redazione, con la motivazione (indiscutibile) che poi ha accettato il gioco democratico (e vorrei ben vedere) ed è andato a onorare la bara di Berlinguer. Ma Berlinguer non aveva mai scritto libelli per incoraggiare lo sterminio dei kulaki”.
(15 giugno 2018)