“Una via per Almirante”
Poi lo stop della Raggi
“Nessuna strada a Roma sarà dedicata a Giorgio Almirante”. L’ha deciso nella notte la sindaca di Roma Virginia Raggi dopo un confronto con la sua maggioranza. Stamane, riferisce l’Ansa, “i Consiglieri M5S prepareranno una mozione per vietare l’intitolazione di strade ad esponenti del fascismo o persone che si siano esposte con idee antisemite o razziali”.
Resta, inquietante segnale, il via libera del Consiglio comunale alla mozione di Fratelli d’Italia approvata a larghissima maggioranza dallo stesso M5S. Una strada o una piazza della Capitale per celebrare uno dei principali artefici della campagna antisemita che portò alla promulgazione delle Leggi Razziste anticamera alla Shoah. “La decisione del Consiglio Comunale di votare una mozione per intitolare una via a Almirante è una vergogna per la storia di questa città. Chi ha ricoperto il ruolo di segretario di redazione del Manifesto per la Difesa della Razza, senza mai pentirsene, non merita una via come riconoscimento” la nota diffusa ieri in serata dalla Comunità ebraica romana. Ferma anche la condanna, tra gli altri, di Aned, Anpi e Partito Democratico.
“Un colpo a sorpresa riuscito in una giornata complicata per l’assemblea capitolina di Roma” scrive il Corriere a proposito della mozione approvata in Campidoglio.
Sottolinea Repubblica: “Nemmeno ai tempi di Gianni Alemanno sindaco, che del Movimento sociale è stato un importante dirigente politico, era riuscito il blitz per intitolare a Roma una strada a Giorgio Almirante”.
Dal presidente palestinese Abu Mazen ancora porta chiusa ai negoziati. A fare notizia è il suo rifiuto di un incontro con Jared Kushner, consigliere della Casa Bianca e genero di Donald Trump, “finché non sarà risolta la questione di Gerusalemme”.
“Il no dell’82enne leader palestinese – spiega La Stampa – arriva in un momento cruciale. Kushner e l’inviato speciale Jason Greenblatt hanno in programma la prossima settimana un tour in Medio Oriente con tappe in Israele, Egitto e Arabia Saudita, i tre Paesi coinvolti nella stesura del piano di pace americano, ‘l’accordo del secolo’ come l’ha definito Trump”.
L’ultima mozione Onu contro Israele suscita in Fiamma Nirenstein, che ne scrive sul Giornale, un “sentimento di pena” che ormai sovrasta “quello del disgusto politico”. Mentre sul Venerdì è ospitato un intervento di Yasha Reibman, già portavoce della Comunità ebraica di Milano, che contesta le parole usate da Curzio Maltese due numeri fa per attaccare lo Stato ebraico. “La banalità del male, la geniale intuizione di Hannah Arendt coniata in un tribunale di Gerusalemme, sembra oggi diventata la condanna di Israele” scriveva in un passaggio il giornalista, evidentemente conquistato dalla peggior propaganda anti-israeliana. Di Israele il settimanale mostra comunque di apprezzare almeno la cucina. Una pagina è infatti dedicata agli chef israeliani che ricreano le ricette della Tradizione (“Dalla zuppa di lenticchie di Esaù al semolino di re Salomone”).
“Oggi anche Einstein rischierebbe la vita su un barcone”. È quanto sostiene il giornalista spagnolo Agus Morales, esperto di migranti e rifugiati, in una intervista con Repubblica. “II ministro degli Interni italiano – afferma ancora – chiama vittoria il respingimento di una nave di salvataggio. Esibisce cinismo e demagogia senza limiti”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(15 giugno 2018)