Bassani e i valori costituzionali,
una Maturità che lascia il segno

Screen Shot 2018-06-20 at 13.09.37“Il brano tratto dal libro di Bassani che racconta l’emarginazione degli ebrei italiani dopo le Leggi del ’38, ma anche la proposta sull’articolo 3 della Costituzione che sancisce il principio di uguaglianza. Due temi che vanno insieme e che vanno onorati e rispettati”.
Liliana Segre, Testimone della Shoah e senatrice a vita, si dice piacevolmente colpita dalle tracce proposte quest’anno per la maturità. “Non mi aspetto una adesione di massa al tema su Bassani, perché purtroppo la storia si studia sempre troppo poco. Ma – dice la Testimone a Pagine Ebraiche – è un fatto comunque importante”.
Chi l’avrà scelto, prosegue Segre, avrà ben chiaro un concetto: le terribili conseguenze che possono derivare “dall’azione di uno Stato contro una minoranza inerme, che ha la sola colpa di essere nata”. In questa proposta tematica la senatrice vede un chiaro indirizzo. “Penso – afferma – che una tale iniziativa potesse essere assunta soltanto sotto la presidenza di Sergio Mattarella”.
Apprezzamento è espresso anche dalla Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, sia per la scelta di Bassani così come per l’attenzione data ai principi della legalità e ai valori costituzionali. “La proposta di un tema dedicato all’ottantesimo anniversario dalla promulgazione delle Leggi antiebraiche attraverso le parole di Giorgio Bassani è una scelta altamente significativa. – afferma la Presidente dell’Unione – Una proposta che mi auguro possa essere stata raccolta da un gran numero di studenti, dando anche una lettura di attualità alle pagine di storia studiate”.
Dall’impegno e dalla costruttiva riflessione dei giovani, stimolati dal prezioso e impagabile lavoro dei professori, riflette ancora Di Segni, “può venire l’unica efficace risposta alle nuove sfide della società italiana ed europea”. Ad essere ravvisato dalla Presidente UCEI è “un grande bisogno di studio, approfondimento, valori e consapevolezza”. Bene quindi ha fatto il Miur “a dare questo segnale” così come, aggiunge Di Segni, importante è stata la scelta del Ministero di dare spazio anche a una traccia dedicata alla Costituzione e al suo articolo 3, che sancisce l’uguaglianza di tutti i cittadini.
“Lamentare che gli ebrei non fossero abbastanza come gli altri, e poi, viceversa, constatata la loro pressoché totale assimilazione all’ambiente circostante, lamentare che fossero tali e quali come gli altri, nemmeno un poco diversi dalla media comune” si legge nella parte finale del brano estratto dal Giardino dei Finzi-Contini. “Come è attuale per noi oggi questo atteggiamento. Nel gergo rabbinico lo si definisce ‘Sinàt Chinàm’, odio gratuito, o meglio ‘odio a prescindere. È questo il vero odio, l’odio più spregevole” osserva rav Roberto Colombo, direttore delle materie ebraiche della Scuola ebraica di Roma. Il Talmud, prosegue il rav, insegna che per questo peccato il secondo Tempio fu distrutto. “Non vi è colpa maggiore – sostiene – rispetto a quella di allontanare gli altri cercando a tutti i costi delle motivazioni che ci facciano sentire integri con noi stessi. Cioè che si deve insegnare a dei giovani è che il male nascosto nell’atteggiamento di colui che riversa su altri le proprie incapacità e le proprie mancanze costruite in anni di sbagli, a prescindere, senza un vero motivo, non tenendo conto delle altrui necessità e della morale che dovrebbe essere la caratteristica umana principale, è un peccato. Il vero peccato”. Peccato che, conclude, “si pagherà prima o poi con la vera distruzione”.
“È un bene che la scuola si ricordi delle Leggi razziste” sottolinea la storica Anna Foa, autrice di numerosi libri per adulti e bambini sul tema (tra cui, “Portico d’Ottavia 13”, dedicato alle vicende di alcune famiglie ebraiche romane perseguitate dal nazifascismo). “Un bene – prosegue – per diversi motivi. E in particolare per uno, perché la scuola fu il primo settore in cui le Leggi furono applicate”. La studiosa non nutre però grandi aspettative sulla risposta dei ragazzi. “Temo che sarà debole, perché in molti lo interpreteranno come un tema di storia. E ben pochi di solito fanno questa scelta”.
Per Livia Ottolenghi, assessore UCEI a Scuola, Formazione e Giovani, la scelta dell’argomento “lascia intende l’attenzione che al Miur viene riservata, a prescindere da chi è in carica al dicastero, e a prescindere dal passaggio delle responsabilità, a questi temi”. Il fatto di aver inserito il tema dell’esclusione sociale rappresenta così “un segnale importante”, anche perché nelle parole di Bassani si raccontano “momenti della vita di tutti i giorni, spesso dati per scontati”. Un fermo monito, questa scelta, “contro l’indifferenza” e perché “dal passato al presente, non si abbassi mai la guardia”.
Concorda la collega di Giunta UCEI Franca Formiggini Anav. “Non mi pare fosse tra le tracce che erano state ipotizzate alla vigilia e quindi – dice – la sorpresa è stata grande. Tanto di cappello, un’ottima decisione da parte del Miur”. Si tratta, aggiunge, di un’iniziativa di valore nel rispetto delle sensibilità “relative a quanto accadde allora ma anche a quelle che le nuove generazioni sono chiamate ad acquisire”.

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(20 giugno 2018)