La farsa delle nuvole
Nel confronto tra Israele e Iran (a distanza ma spesso anche ravvicinato, come in Siria) il regime di Teheran sceglie la strada della farsa. “Israele ci sta rubando le nuvole”, l’allarme di un generale. Secondo il quale, scrive Il Messaggero, “Israele avrebbe squadre congiunte che lavorano per assicurare che le nuvole che entrano nel cielo iraniano non siano in grado di scaricare la pioggia”. Infelicemente, in un altro passaggio, il quotidiano romano fa di Tel Aviv la capitale dello Stato ebraico. Sul Foglio, sulla boutade delle nuvole, una ironica riflessione di Andrea Marcenaro nel suo Andrea’s Version.
Da segnalare anche altre due notizie, riportate in breve. Su Repubblica si parla dell’incarico assegnato in Israele al generale Nitzan Alon, nuovo “project manager” dell’esercito per contrastare la presenza iraniana in Siria e in Libano. Il Corriere riferisce invece dell’ultima trovata di Hamas per spiare i soldati israeliani, attraverso due false app di dating e una sui Mondiali di calcio. “Nei falsi profili sui social network – si legge – i miliziani di Hamas chattavano in ebraico e si fingevano donne attraenti”.
Sembra intensificarsi l’influenza turca su Gerusalemme, attraverso (è La Stampa a scriverne) “donazioni ad associazioni islamiste vicine ai Fratelli musulmani che operano a Gerusalemme Est, acquisto di proprietà in città, organizzazioni di tour ‘turistici’ da parte di organizzazioni islamiste legate all’Akp, il partito di Erdogan”.
A segnalarlo ad Israele sono state anche Giordania e l’Autorità nazionale palestinese, preoccupata – ancora La Stampa – “di vedersi estromessa in quella che è la battaglia simbolica più importante nel mondo islamico”.
Il Corriere presenta nelle sue pagine culturali Andare per i luoghi di confino, l’ultimo saggio (pubblicato dal Mulino) della professoressa Anna Foa. Scrive Corrado Stajano: “Nel suo libro, Anna Foa, storica di chiara fama, offre la possibilità di legare passato e presente. L’idea di Europa, una comunità, nata al confino di Ventotene dove Eugenio Colorni, Ernesto Rossi e Altiero Spinelli scrissero, nel 1941, il famoso manifesto, è incrinata ora dal pericolo di una micidiale frattura, a causa degli egoismi nazionalistici rispuntati nel mondo e dei sovranismi della disunità”.
“A che punto sarà troppo tardi per dare l’allarme?”. È la domanda che si pone il saggista e storico olandese Ian Buruma, in su intervento tradotto da Repubblica in cui si parla del pericolo rappresentato dai “demagoghi di oggi”.
“Su questa domanda – il pensiero di Buruma – sono stati scritti alcuni grandi libri. Il giardino dei Finzi-Contini, capolavoro di Giorgio Bassani, descrive l’esistenza dei borghesi italiani durante il fascismo. Attorno a questi personaggi colti, che danno per scontata la loro vita agiata, viene a stringersi lentamente un cappio ammantato di legittimità legale e sociale. Eppure essi non se ne accorgono”.
Tra i protagonisti di Tuttoscienze de La Stampa l’israeliano Daniel Landau e i suoi progetti nel campo della realtà virtuale. Come l’installazione I to Eye, inaugurata di recente all’Israel Museum di Gerusalemme. “In un salotto – viene spiegato – sono fusi gli ambienti domestici di due famiglie realmente esistenti: da un lato mobili, narghilè e altri oggetti d’uso quotidiano di una famiglia araba del villaggio di Husan in Cisgiordania e dall’altro la menorah, i libri e le foto dei membri di una famiglia ebraica dell’insediamento di Betar Illit”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(4 luglio 2018)