…antisemitismo
In un articolo su Il Giornale di martedì 3 luglio Fiamma Nirenstein riflette sull’antisemitismo nei movimenti politici in Europa, indicando giustamente che la sua presenza è equamente distribuita un po’ in tutte le formazioni. La passione professionale e politica la spinge legittimamente a sottolineare la pervasiva presenza di questa ideologia nell’islamismo che “ha seguitato a perseguitare e uccidere ebrei in Francia, Belgio, Inghilterra, Paesi Bassi”. La sua valutazione è che i cosiddetti populismi di destra in Europa, sebbene non siano esenti dalla presenza di antisemitismo diffuso, siano in realtà poco pericolosi su questo versante perché – questa la sua idea – mancherebbero “molti degli elementi che ne hanno fatto nel secolo scorso un movimento di massa”. Molto più pericoloso, a suo giudizio, sarebbe il versante progressista. “In Europa c’è antisemitismo? Di certo. È opera della destra? No, è israelofobia antisemita di sinistra”.
Si tratta naturalmente di valutazioni giornalistiche, che di certo non sono campate in aria. Per usare lo stesso metodo dell’amica Nirenstein, si potrebbe porre la domanda retorica: c’è antisemitismo a sinistra? Certo che sì, e chi scrive ne ha fatto oggetto di studio in diverse occasioni. Tuttavia va sottolineato che i sondaggi e le indagini demoscopiche degli ultimi anni non sono esattamente in linea con le valutazioni proposte nell’articolo. La grande maggioranza delle polemiche a carattere antisemita presenti su internet, oppure prodotte nell’editoria periodica o in libri, fanno parte a pieno titolo dei movimenti politici ultraconservatori del suprematismo e dell’estrema destra. Si tratta di un fenomeno estremamente diffuso, che non solo genera lo stanco riprodursi degli stereotipi antiebraici, ma si alimenta di questi linguaggi per raccogliere simpatie politiche per nulla minoritarie e spesso molto minacciose. Purtroppo gli elementi che hanno alimentato l’antisemitismo nel Novecento trasformandolo in una ideologia di massa ci sono tutti: la paura (dovuta a instabilità economica), il sentimento di insicurezza (generato dalle ondate migratorie), la richiesta di ordine (suscitata dalle elites conservatrici), sono stati i pilastri dell’ascesa dei fascismi negli anni ’20 e ’30. Chiudere gli occhi di fronte a questo risorgente fenomeno, che è potentemente e visibilmente collocato a destra, trincerandosi dietro alla evidentissima presenza dell’antisemitismo e israelofobia vuoi islamista vuoi della sinistra europea, significa guardare al mondo attraverso una lente particolare; che può essere consolatoria, ma che rischia di non restituirci il quadro completo di una situazione che – a tutti gli effetti – è allarmante.
Gadi Luzzatto Voghera, Direttore Fondazione CDEC
(6 luglio 2018)