Claude Lanzmann (1925-2018)
Con la scomparsa di Claude Lanzmann, è parere unanime, scompare un gigante della Memoria capace con il suo Shoah di segnare un’epoca. “Nulla è vagamente paragonabile a questo film, all’impatto che provocò, all’avvicendarsi di volti, voci, paesaggi sullo schermo. Shoah è stato e rimane l’abc dell’indicibile” scrive Elena Loewenthal, sulla Stampa, a proposito del suo capolavoro. “Nella battaglia immanente per non dimenticare la Shoah l’opera di Lanzmann è destinata a rimanere una risorsa irrinunciabile” conferma il direttore Maurizio Molinari.
“La memoria è una costruzione, basata su testimonianze, filtrate dalla nostra percezione etica ed estetica di quelle testimonianze”. Questo per Wlodek Goldkorn, che ne scrive su Repubblica, il suo insegnamento fondamentale. Shoah, da Paolo Mereghetti sul Corriere, è definita “un’opera monumentale che riesce a raccontare l’indicibile e la radicalità della morte evitando ogni retorica”.
“Forse soltanto un cartoonist come Art Spiegelman, con il suo Maus, ha saputo avvicinarsi a tali cime abissali, grazie però all’uso della matita” sottolinea Claudio Vercelli sul Manifesto.
Sul festival organizzato da un’associazione di estrema destra ad Abbiategrasso, di cui molto si è parlato negli scorsi giorni, da segnalare l’intervento della senatrice a vita Liliana Segre che in una interrogazione parlamentare rivolta al ministro dell’Interno Matteo Salvini scrive: “La Repubblica democratica nata dalla Resistenza non può accettare forme di manifestazione in cui vengano programmaticamente diffusi messaggi e simbologie dichiaratamente razziste, xenofobe e apologetiche del fascismo”. Scrive al riguardo il Corriere Milano: “Nei giorni scorsi sono arrivati appelli da parte di Anpi, Unione delle comunità ebraiche, sindacati, associazioni antifasciste e da una ventina di sindaci della zona. Ieri l’indignazione ha raggiunto il Viminale accompagnata da una firma che dice qualcosa di più”.
Lo Yad Vashem, il Memoriale della Shoah di Gerusalemme, ha attaccato il governo israeliano per la dichiarazione congiunta firmata una settimana fa dal Primo ministro Netanyahu e dal suo omologo polacco con cui si è cercato di porre fine allo scontro apertosi a inizio anno con l’approvazione della controversa legge sulla Memoria da parte di Varsavia. Il documento, per lo Yad Vashem, contiene una narrativa che gli storici internazionali non sostengono da tempo. E cioè, spiega La Stampa, che il governo polacco in esilio a Londra durante la Seconda guerra mondiale e le forze della resistenza “abbiano fatto il possibile per far sapere all’esterno ciò che stava accadendo agli ebrei e per salvarli”. A prendere le distanze anche il ministro dell’Istruzione Naftali Bennett.
Il Corriere racconta l’impegno di Gal Lusky, israeliana a capo di una ong che sta prestando soccorso in Siria. “Gal – si legge – ha deciso di essere coinvolta da subito perché la sua organizzazione Israeli Flying Aid è specializzata nelle missioni in nazioni che non hanno rapporti diplomatici con Israele”. Ad essere riportata è anche la mission della ong: “Da ebrei – sostiene Lusky – non possiamo restare a guardare mentre viene commesso un genocidio. Da cittadini di uno Stato fondato all’indomani dell’Olocausto aspiriamo a essere la voce di chi non ha voce”.
È Helena Janeczek, con il suo La ragazza con la Leica, ad aggiudicarsi il Premio Strega. Secondo il Messaggero, è la radice ebraico-polacca e tedesca ad aprire al cosmopolitismo del libro, a una capacità peculiare di intrecciare spazi ed epoche. “Questa cifra – conferma la scrittrice – mi corrisponde. Cosmopolita è una parola bellissima, se connessa a un certo sradicamento, a quella esperienza di svari spaesamenti, prima e dopo la Seconda guerra mondiale, che racconto nel libro nel segno del ricordo luminoso di Gerda Taro”. Negli scorsi giorni Lia Levi, nella cinquina finalista, aveva conquistato lo Strega Giovani con il suo Questa sera è già domani.
A proposito di scrittrici, il Venerdì segnala l’importante attività nel campo della Memoria di Edith Bruck e in particolare la raccolta di poesie Versi vissuti che ha trovato la stampa grazie all’iniziativa di studenti e docenti dell’Università di Macerata.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(6 luglio 2018)