Lo Yad Vashem attacca Netanyahu:
“Memoria, grave passo falso”
Un documento “molto problematico”
Sta suscitando diverse reazioni l’intervento pubblico con cui la direzione dello Yad Vashem, il Memoriale della Shoah di Gerusalemme, ha attaccato il governo israeliano per il documento congiunto firmato dal Primo Ministro Benjamin Netanyahu e dal suo collega polacco Mateusz Morawiecki. Una sorta di compromesso, che nelle intenzioni dei firmatari avrebbe dovuto risolvere lo scontro apertosi a inizio anno per via della legge liberticida sulla Memoria della Shoah approvata da Varsavia che di fatto criminalizza chiunque attribuisca responsabilità ai polacchi nello sterminio degli ebrei.
Diversi i punti problematici che tale dichiarazione congiunta solleva, osservano dallo Yad Vashem. Una stridente equiparazione tra antisemitismo e sentimento antipolacco (approccio vittimistico lungamente cavalcato negli scorsi mesi per avallare la legge). O ancora l’affermazione, contestata dagli storici, che il governo polacco in esilio a Londra, negli anni della persecuzione, abbia fatto il possibile per far conoscere al mondo cosa stesse accadendo nei lager e salvare i suoi cittadini ebrei.
“Decine di anni di studi rivelano un quadro diverso: furono in pochi i polacchi a spendersi in favore degli ebrei. Mentre numerosi – scrive lo Yad Vashem – furono gli attacchi e omicidi”. Si legge ancora nella nota, pubblicata in più lingue: “Un esame approfondito dimostra che le affermazioni storiche, presentate come fatti indiscussi, contengono gravi errori e inganni e che l’essenza della legge rimane invariata anche dopo l’abrogazione degli articoli, compresa la possibilità di un danno tangibile per i ricercatori, la ricerca senza ostacoli e la memoria storica della Shoah”.
A prendere le distanze dall’iniziativa di Netanyahu anche il suo ministro dell’Istruzione Naftali Bennett, secondo cui si tratterebbe di un “tradimento di quanti sono morti nella Shoah” e di “una vergogna, piena di bugie”.
(6 luglio 2018)