Un’occasione perduta

Anna SegrePer essere sicura di non parlare a sproposito mi sono andata a cercare sul sito del Comune di Torino il testo completo dell’ordine del giorno n.5 (oggetto: Gaza) approvato il 9 luglio dal Consiglio Comunale. È opportuno chiarire che Torino è gemellata con Gaza (così come con Haifa e con molte altre città nei vari continenti) e quindi non è affatto illogico che il Consiglio Comunale si occupi di una città gemella di Torino e chieda “Che i governi europei e le ONG possano farsi promotori di un canale umanitario che consenta di supportare gli ospedali locali e fornire farmaci e materiali medici per aiutare la popolazione della Striscia di Gaza che necessita di cure mediche.” Se si fosse limitato a chiedere questo, che poi è la cosa sostanziale, mi pare che l’ordine del giorno sarebbe stato perfettamente condivisibile.
Il problema è che a questa logica e condivisibile conclusione si arriva dopo un preambolo che parla di vari argomenti, abbastanza scollegati tra loro e con il tema principale. Tra questi vorrei segnalarne due di cui mi pare si sia parlato relativamente poco.
Prima di tutto mi ha colpito come nelle prime righe si parli di “diritto al ritorno dei rifugiati” che in sostanza significa – come sa bene chiunque si sia mai occupato di questi temi in modo non superficiale – la fine dello Stato di Israele: una questione decisamente troppo grave per essere buttata lì in un preambolo come se fosse una cosa da nulla.
In secondo luogo il preambolo se la prende con la decisione di far partire il Giro d’Italia 2018 da Israele. Questo mi porta a una domanda che mi sono posta spesso negli ultimi mesi e che mi pongo in particolare in questi ultimi giorni dei Mondiali: i Consiglieri comunali della mia città ritengono che la Russia sia un Paese perfettamente democratico, che non è mai stato accusato di essere direttamente o indirettamente responsabile di nessuna strage e che non ha contese territoriali di alcun genere, oppure sono convinti che l’Italia abbia deciso spontaneamente di non partecipare ai Mondiali di calcio 2018 spinta da profonde e nobili motivazioni ideologiche?
Chissà, forse Torino in virtù del suo doppio gemellaggio con Haifa e con Gaza potrebbe davvero operare qualche utile forma di mediazione e questo ordine del giorno se fosse stato scritto in modo più equilibrato avrebbe potuto essere una buona occasione. Peccato.

Anna Segre, insegnante

(13 luglio 2018)