L’Anp attacca Trump
Annunciato venerdì dal dipartimento di Stato, il taglio di 200 milioni di dollari in aiuti per i palestinesi da parte degli Usa (l’input è di Donald Trump) ha suscitato l’ira della leadership dell’Anp. “Una nuova iniziativa, dopo il taglio dei fondi per la United Nations Relief and Works Agency di gennaio, finalizzata ad aumentare la pressione sull’Autorità guidata da Abbas in vista della possibile presentazione di un piano di pace elaborato dal genero Jared Kushner” scrive La Stampa. Repubblica, secondo cui “la scelta Usa di riconoscere la città contesa di Gerusalemme come capitale di Israele ha esacerbato la situazione”, lo definisce “Il ricatto di Kushner”.
In una intervista col Messaggero al cancelliere austriaco Sebastian Kurz viene chiesto dei suoi rapporti con Israele, anche in ragione dell’alleanza di governo stipulata con il movimento di estrema destra Fpo. Sostiene Kurz: “Il premier Netanyahu durante la mia visita in Israele ha avuto parole di gratitudine, entusiastiche, non si può certo parlare di tensioni. L’Austria è uno dei partner più stretti di Israele nell’Ue e da quando sono cancelliere ancora di più. La nostra responsabilità verso Israele a causa del nostro passato è solo ragion di Stato, siamo un partner forte in Europa”.
I movimenti antifascisti sottovalutarono la gravità delle Leggi antiebraiche promulgate nel ’38. Una miopia ampiamente diffusa, a parte rare eccezioni. È quanto sostiene la studiosa Alessandra Tarquini in un intervento su La Lettura del Corriere. “Nel confinare l’antisemitismo di Stato alla classe dirigente, e nell’immaginare gli italiani brava gente, immune dal contagio razzista – vi si legge – la sinistra descrisse un Paese che, di fatto, non esisteva”.
Nel presentare le iniziative veneziane per domenica 2 settembre, anticipo locale della Giornata europea della cultura ebraica, il Corriere del Veneto tratteggia la figura di Aldo Izzo, 88 anni, custode e memoria storica dell’antico cimitero del Lido: “Finita la guerra Aldo ha scelto la via del mare, a 27 anni era a capo di navi mercantili. Poi la pensione, il ritorno al Lido, l’iscrizione alla comunità ebraica e il suo riaffacciarsi a quel luogo dell’anima”.
Sul domenicale del Sole 24 Ore si racconta la figura di Emma Dessau, artista tedesca discendente in linea paterna da un’antica dinastia di rabbini ungheresi e che fu protagonista della cultura del Novecento, oggi riscoperta da alcune preziose biografie che ne raccontano la vita e gli impegni. Ma anche il trauma del secondo conflitto mondiale. “Dopo la guerra – spiega il domenicale – Emma non disegnerà più. L’atlante della sua visione artistica, così variegato agli inizi del secolo, si chiude nel silenzio. L’Italia accogliente e sfavillante d’arte, che l’ha accolta ai primi del secolo, è solo un ricordo. Svanito, cinereo, muto”.
Yuval Noah Harari, storico e saggista israeliano di fama internazionale, racconta a Robinson di Repubblica il mondo che verrà. Dal tema dell’immigrazione alla minaccia delle fake news. Harari confessa la sua principale paura: “La tendenza al localismo, il buttare al vento quel che è stato costruito per una società globale che ha fatto enormi progressi. Ma ho una speranza: possiamo rimediare”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(26 agosto 2018)