“Pronti a lasciare l’accordo”
“L’accordo sul nucleare non è l’obiettivo, è solo un mezzo. Se raggiungeremo la conclusione che non è più di interesse nazionale lo metteremo da parte”. Così l’Ayatollah Ali Khamenei, guida suprema del paese, nel corso di una riunione con il governo iraniano. Scrive Repubblica: “Tattica? Di certo un messaggio all’Europa. L’accordo sul nucleare è stato infatti denunciato a maggio dall’Amministrazione Trump, che ha anche introdotto nuove sanzioni contro l’Iran in vigore da novembre”.
Il 7 settembre, sempre a Teheran, farà il suo debutto quella che è stata definita la “triplice alleanza”: e cioè l’intesa fra Russia, Turchia e Iran. I colloqui, spiega La Stampa, saranno anche centrati su tematiche economiche. “Tutti e tre i Paesi – si legge – soffrono per le sanzioni americane, hanno visto la loro moneta svalutarsi e l’inflazione crescere. L’Iran è quello più in difficoltà. L’inflazione ha superato il 10% e la disoccupazione è al 12,5%. L’export di petrolio è calato del 10% a giugno mentre ad agosto dovrebbe fermarsi a 2,1 milioni di barili al giorno, contro i 3,1 di aprile”.
Suscita più di una inquietudine il dossier pubblicato dalla rivista svedese Expo e segnalato da La Stampa in cui si svela che le radici neonaziste degli Svedesi democratici, in corsa per diventare il secondo partito del Paese, “sono molto più che illazioni”. Sono decine infatti i candidati tra le fila del partito, sottolinea la rivista, “ad aver partecipato a manifestazioni, cortei neonazisti, concerti dei suprematisti bianchi, riunioni di negazionisti”.
Il Fatto Quotidiano aggiorna sulla vicenda di Gonen Segev, l’ex ministro israeliano dell’Energia in carcere con l’accusa di aver spiato a favore dell’Iran. “È in una cella senza nome, non ha nemmeno un codice identificativo, ma il detenuto X del carcere di massima sicurezza nelle vicinanze di Gerusalemme – si legge – è su tutte le prime pagine dei giornali israeliani”.
Il dorso torinese di Repubblica presenta “1938 Diversi”, il documentario di Giorgio Treves (nato a New York, da una famiglia ebraica fuggita da Torino) che sarà protagonista alla Festa del Cinema di Venezia. Viene spiegato: “Il film di Treves è un messaggio ai giovani, perché la storia non va mai dimenticata”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(30 agosto 2018)