“L’infamia delle Leggi del ’38, una lezione per il presente”
In occasione della iniziative organizzate a San Rossore – località toscana dove il 5 settembre del 1938 Vittorio Emanuele III firmò le Leggi razziste – e a Pisa per ricordare l’infamia dei provvedimenti fascisti contro gli ebrei, la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha lanciato un appello affinché questa pagina buia della storia italiana sia oggetto di riflessione e rappresenti una lezione per il presente nella lotta all’odio e alle discriminazioni. Di seguito il testo dell’intervento della Presidente UCEI.
Con profonda emozione entro oggi in questa tenuta. Luogo che porta nel suo cuore verde e l’orizzonte delle dune il peso tutt’oggi insostenibile di una firma.
È importante oggi non solo studiare la storia, e saper dire a voce alta – questa è verità – questo è accaduto a cittadini italiani – questo è successo nel nostro Paese, ma anche sapersi porre rispetto agli eventi con la propria coscienza di singoli e di collettività. Questa firma, così come quelle attuative in tutte le sedi e ambiti della vita porta una responsabilità che non può restare sospesa in un vuoto storico di ottant’anni. Nel riflettere prospettico e soprattutto nell’agire concreto che scegliamo per noi e soprattutto per i nostri giovani c’è un significato identitario e che non può prescindere del passato e da quanto accaduto.
A 80 anni dall’infamia compiuta in questo stesso luogo, da cui scaturirono anni di emarginazione e persecuzione fino alle estreme conseguenze della Shoah, quanto promosso dall’Università di Pisa, in collaborazione con le altre eccellenze universitarie di questo territorio e con il sostegno di tutti i più importanti atenei italiani, scrive una pagina di impegno e consapevolezza che è destinata a lasciare il segno. Nella consapevole responsabilità vi è anche consapevolezza che il chiedere scusa non ha un l’ingenuo fine riparatorio di quanto è stato annullato delle vite passate e in quelle mai più germogliate, ma chiara indicazione per le generazioni future. Cosa stiamo ricordando? Leggi, atti parlamentari e governativi, atti amministrativi, attuazioni – tutti comportamenti che dipendono dalla volontà, quindi da una convinzione che in fondo era giusto ed appropriato farlo. Questo il cuore del problema. Questo l’elemento da comprendere a fondo. Perché e come un popolo definisce questo schema e quadro d’insieme.
Il pieno riconoscimento del fatto che, con le Leggi razziste promulgate dal fascismo, non si colpì “soltanto” una comunità delimitata di individui di religione ebraica (o per loro “razza”) ma l’essenza stessa del paese, i principi e i valori su cui era stato fondato appena pochi decenni prima lo Stato unitario. Gli atenei, la scienza, la scuola e la cultura. Una civiltà fermata, non sospesa. Ma persa per sempre.
Sono passati 80 anni e purtroppo non possiamo limitarci alle sole cerimonie commemorative. È dovere morale – sempre per quel concetto di identità – chiedersi se quanto successo potrà accadere nuovamente. Quali erano i segni premonitori che non abbiamo saputo cogliere? Quali i segnali o le rassicurazioni da considerare oggi? La Costituzione repubblicana, la riconquista di democrazia e diritti per tutti dopo tanto orrore, sono un presidio fondamentale cui aggrapparci con ferma convinzione a quanto maturato in termini di libertà e costruzione in questi decenni.
Ma saremmo miopi e irresponsabili se, anche in questa sede e in questa particolare giornata, non denunciassimo le parole di odio, le violenze verbali e fisiche rivolte contro soggetti considerati Altro da sé, che ogni giorno di più sembrano inquinare lo spazio pubblico. Segnali inquietanti e oserei dire angoscianti – perché generano incertezza – che oggi come in qualsiasi altro giorno siamo chiamati a denunciare con forza e determinazione. È questa una delle lezioni di quel drammatico ’38.
Quello che viene promosso da Pisa – dall’Università assieme agli enti locali di riferimento per questo anniversario, è estremamente significativo ed importante. Iniziative come quelle programmate a partire da oggi e specialmente per il 20-21 settembre non hanno precedenti nella storia di questo paese e delle sue istituzioni accademiche e l’auspicio è che vedano la più ampia partecipazione, ascolto ed introiezione. Grazie per il vostro impegno e l’esempio che avete generato.
Noemi Di Segni, Presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane