Ari Fuld (1973-2018)
Un nuovo attentato terroristico palestinese. E una nuova vittima dell’odio: l’israeliano Ari Fuld, 45 anni, padre di quattro bambini. “Fuld era noto in Israele e in America perché uno degli attivisti più combattivi di Standing Together, una ong che appoggia le forze armate israeliane, soprattutto in Cisgiordania, e si oppone a chi nega l’esistenza dello Stato ebraico. La sua uccisione – scrive La Stampa – ha suscitato un’ondata di indignazione in tutta Israele”. Sono oltre quaranta, viene segnalato, le vittime dall’inizio della cosiddetta “Intifada dei coltelli”.
“La liberazione dell’Europa è incominciata”. E sotto i due volti sorridenti di Marine Le Pen e Matteo Salvini. Al raduno della leader dell’estrema destra francese, racconta Repubblica, era questo il volantino che si distribuiva all’ingresso. Numerose inoltre, nel discorso della Le Pen, le attestazioni di stima nei confronti del ministro dell’Interno italiano. Tra i suoi meriti vi sarebbe quello di difendere “la sua nazione e la nostra civiltà”.
L’inquietante fotomontaggio dei giovani di Fratelli d’Italia, che per pubblicizzare l’appuntamento annuale di Atreju hanno pubblicato una foto di Emanuele Fiano con accanto la scritta “Quando scopri che Atreju è alla 21esima edizione e si supera il Ventennio”, è difesa a spada tratta dal quotidiano Il Tempo. Che anzi deride chi ha contestato l’inopportuna provocazione: “Che musoni questi antifascisti”.
Altro quotidiano, altra difesa d’ufficio. Libero infatti si stupisce per i malumori suscitati da un editoriale di Vittorio Feltri in cui il giornalista David Parenzo è stato definito “l’unico ebreo sciocco che abbia conosciuto”. Libero parla di “filosemitismo di maniera” e arriva addirittura a titolare: “Quanti ipocriti al Muro del Pianto”. In un passaggio in cui si lodano le virtù eroiche del direttore la redazione ci informa di un fatto curioso evidentemente sfuggito allo Yad Vashem. E cioè che Feltri “è lo stesso uomo a cui gli ebrei hanno dedicato un albero nel Giardino dei Giusti, a Gerusalemme”.
Tra i libri alla ribalta in questo periodo sulla stampa nazionale M. Il figlio del secolo, primo di tre volumi che Antonio Scurati dedica alla storia del Ventennio fascista. Afferma l’autore, in una intervista con il Messaggero: “Fino a oggi non si è potuto raccontare in letteratura il fascismo perché la pregiudiziale antifascista lo proibiva. Oggi quella pregiudiziale è caduta per ragioni storiche. E dunque, da antifascista, ritengo che l’antifascismo vada rifondato su nuove basi. Il mio intento è di dare il mio piccolo contributo”.
Il Foglio, nel suo inserto, traduce un articolo apparso sul Jerusalem Post in cui un giovane ebreo americano racconta una tormentata settimana in Europa a confronto con fantasmi della storia e con nuovi pregiudizi. Secondo l’autore, al giorno d’oggi, l’Europa sarebbe patria “di una piccola infarinatura di ebrei”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(17 settembre 2018)