Violenza fascista a Bari

rassegnaViolenza squadrista al termine di un corteo di protesta contro il ministro dell’Interno Matteo Salvini svoltosi a Bari. Come ricostruito dalla Digos attraverso filmati e testimonianze delle vittime, dieci militanti di Casapound armati di cinghie e tirapugni si sono accaniti contro alcuni manifestanti di ritorno dal corteo (tra loro anche una donna etiope con passeggino). Trenta, segnala Repubblica, gli esponenti del gruppo di estrema portati e identificati in Questura.
L’episodio è stato così commentato da Salvini: “Se uno pesta un altro essere umano, può essere giallo, rosso o verde, il suo posto è la galera. Ma da ministro degli Interni ho il diritto-dovere di andare oltre la notizia dei giornali, quindi per capire bene mi baso solo sulle fonti dirette della polizia, altrimenti quest’estate avrei dovuto inseguire dei lanciatori di uova”.
Ieri intanto, scrive Il Messaggero, il ministro e la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni hanno ricevuto una nuova investitura del controverso comunicatore Steve Bannon, ospite della kermesse Atreju. Rivolto alla platea l’ex consigliere di Trump ha dichiarato: “Voi siete la spina dorsale, il collante della società. Voi pagate le tasse, andate al lavoro, crescete una famiglia… sulle spalle i valori giudeo-cristiani da Atene a Gerusalemme a Roma”. Per poi aggiungere: “Dicono che siete razzisti, nativisti, xenofobi. Solo perché hanno perso il 4 marzo”.

Il Premier italiano Giuseppe Conte sarebbe pronto a offrire a Trump una mediazione sull’Iran. È il retroscena del quotidiano La Stampa in vista della colazione di lavoro che li vedrà entrambi martedì prossimo alle Nazioni Unite. Il giorno successivo proprio Conte avrà un bilaterale con il leader iraniano. “L’inviato americano per l’Iran, Brian Hook, ha detto che gli Usa vogliono negoziare un nuovo trattato, ma Teheran non si fida più. Visti i buoni rapporti che ha con entrambi – si legge – l’Italia potrebbe ritagliarsi un ruolo utile”.

Sempre La Stampa ospita un intervento-appello di Bernard Henri-Levy per salvare l’antica sinagoga di Mosul trasformata dall’Isis in un deposito. Un impegno lanciato da uno studioso musulmano, entrato in contatto con l’intellettuale ebreo francese. “Saremo in grado di riportare questa città sfigurata a essere il crocevia di popoli, religioni e civiltà che è stata per secoli e che la sua anima imperitura aspira a ridiventare? Se è così – scrive BHL – dobbiamo ascoltare questo studioso musulmano che, dall’occhio del ciclone, il cuore immobile di quello che è stato l’epicentro del jihadismo globale, chiede di far tornare alla vita l’ultima sinagoga ancora esistente nella città del profeta Giona”.

Retromarcia dell’Islanda, che dopo diversi tentennamenti ha annunciato la sua partecipazione alla prossima edizione di Eurovision che si terrà in maggio a Tel Aviv. “In 17mila avevano firmato una petizione per dire no. A guidare la protesta – scrive Repubblica – le star Roger Waters e Brian Eno”.

Oltre 7500 i runner iscritti alla Via Pacis, la corsa che si terrà oggi a Roma con un passaggio davanti alla sinagoga (a dare il via, tra gli altri, la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello). La gara, spiega Repubblica, lambirà i luoghi più significativi delle diverse comunità religiose ed è stata organizzata “all’insegna di valori come pace, integrazione, inclusione e solidarietà”.

Sul Corriere, nelle pagine culturali, si parla di Alberto Moravia e del suo rapporto con il regime fascista. “Le lettere ufficiali del giovane narratore a Mussolini e Ciano non contraddicono l’avversione (ricambiata) per la dittatura”, viene spiegato. Su Robinson di Repubblica vengono invece presentate le due mostre dedicate a Margherita Sarfatti, inaugurate a Milano e Trento. “L’ombra che oscura la figura di Margherita Sarfatti e che lei stessa aveva cercato di allontanare scrivendo nel 1955 Acqua passata dopo il ritorno in Italia dal lungo esilio – si legge – è parte essenziale della sua storia ma non è tutta la sua storia”. Su la Lettura del Corriere la malattia eterna del complottismo è spiegata anche alla luce del successo riscontrato dal classico testo antisemita del Novecento: I protocolli dei Savi Anziani di Sion.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(23 settembre 2018)