Analisi scorretta – Sui Reform
La riunione degli Stati Generali dell’ebraismo italiano che si è svolta a Roma il 1 e 2 novembre è stata a mio giudizio un successo, di presenze e di partecipazione. Le discussioni sono state approfondite e franche come resocontano i diplomatici quando vogliono dire che non si è taciuto sugli argomenti più scottanti.
Durante i lavori alcuni rappresentanti del movimento riformista hanno chiesto che l’UCEI riconosca la loro organizzazione come osservatore nel Consiglio dell’UCEI , come già accade per la Fsi, l’Adei e l’Ugei, associazioni storiche dell’ebraismo italiano (Personalmente credo che dopo la riforma del Consiglio, così come è stato allargato, anche i rappresentanti degli altri Enti osservatori – forse ad esclusione dell’Ugei – dovrebbero farsi eleggere).
Guido Osimo, è intervenuto su queste pagine sul rapporto tra l’ebraismo italiano e la Federazione dei Reform, dimostrando una certa apertura, che però – al fine di evitare una possibile accusa di entrismo – dovrebbe non consentire ai dirigenti del movimento progressivo di essere eletti al Consiglio dell’UCEI.
Al contempo però, secondo Guido, si dovrebbe procedere ad una revisione dello Statuto per precisare l’identità ebraica secondo Halakhà. La mia posizione, espressa anche durante i lavori, è diametralmente opposta a quella di Guido Osimo.
Sono convinto che rimane necessario nei nostri documenti fondamentali che il riferimento alla “Legge e alla tradizione ebraiche” resti come è. Continuo anche ad essere convinto che l’UCEI debba rimanere l’Ente esponenziale dell’Ebraismo Italiano in quanto Unione delle Comunità Ebraiche e che il Consiglio debba essere costituito, secondo le norme statutarie, da eletti rappresentanti delle Comunità.
Gli ebrei che in Italia aderiscono al movimento riformato, se intendono partecipare all’UCEI debbono, come per la maggior parte sono, essere iscritti ad una Comunità; godono per questo dell’elettorato passivo e, come ciascuno degli iscritti, del diritto di essere eletti al Consiglio dell’UCEI. All’interno del Consiglio chiunque ha il diritto di manifestare e sostenere le proprie idee; fermo restando che le decisioni e le delibere del Consiglio dell’UCEI potranno essere assunte sole se conformi all’Intesa con lo Stato e allo Statuto dell’Ebraismo Italiano.
Anselmo Calò