I veleni attuali del complotto

foaNel 1937, mentre in Italia si avvicinavano le leggi razziste, i Protocolli dei savi di Sion uscivano in una nuova edizione con un’introduzione di Julius Evola. Tra il 1936 e il 1941, negli anni in cui in Italia il razzismo e l’antisemitismo diventano di Stato, il filosofo tradizionalista pubblica numerosi scritti razzisti e antisemiti. Vicino al fascismo ma ancor più vicino al nazismo, Evola esprime un pensiero originale rispetto a quei due modelli che non manca di creargli qualche tensione e non pochi sospetti sia in Italia che nel III Reich, dove ripara dopo l’8 settembre 1943. Nel 1951 è processato per apologia di fascismo e per i suoi rapporti con gruppi armati neofascisti ma viene assolto. Nel dopoguerra, fino alla morte nel 1974, è l’ispiratore di tutta la destra estrema italiana. Il suo pensiero, fondato essenzialmente sull’esaltazione della tradizione, è tuttora al centro di discussioni e dibattiti, a cui rimando il lettore. Vorrei solo ricordare che di lui ha detto Furio Jesi, nel suo Cultura di destra, che era «un razzista così sporco che ripugna toccarlo con le dita» e che «non si è mai dichiarato paladino dei roghi dei libri, anche se bisogna precisare che implicitamente, da intellettuale, s’intende, ha dato una mano ai forni crematori non per libri ma per uomini».
Nel 2016, quando ancora Steve Bannon era consigliere del neoeletto Trump, un noto intellettuale fascista italiano, Gianfranco De Turris, presidente della fondazione Julius Evola, ha affermato che era “la prima volta che un consigliere di un presidente americano conosce Evola o ha una formazione tradizionalista”. Il filo che unisce Bannon a Julius Evola, in realtà, non è l’antisemitismo ma il tradizionalismo. Resta il fatto che Evola è l’autore della più famosa introduzione italiana ai Protocolli ed anche solo evocarlo in chiave tradizionalista e sovranista, come da lui fatto nel 2014 in un convegno in Vaticano, non è un elemento neutrale. Come non lo è, rispetto all’antisemitismo, il tradizionalismo. Si tratta comunque di un’opposizione al mondo moderno in cui l’ebreo rappresenta tutti i valori negativi possibili: l’idea di progresso, la modernità, il cosmopolitismo, la democrazia. Tutti valori diametralmente opposti al tradizionalismo evoliano e a quello, riveduto e corretto, ma anche più povero, di Steve Bannon. Dico riveduto e corretto perché molti sono i cambiamenti rispetto ad Evola, molte le nuove ascendenze, molte le influenze delle trasformazioni politiche, in particolare quelle degli ultimi trent’anni. Come tacere del grande nume tutelare di Bannon e di quanti, al potere o all’opposizione, a lui si collegano: il nuovo zar di Russia Putin, che appoggia il genocidio siriano, sostiene i sovranisti, ha aiutato Trump a vincere le elezioni e sostiene attivamente il sovranismo di Orban, della Le Pen e dei molti altri che lottano per distruggere l’Europa e la democrazia europea.
Terzo ed ultimo, il nuovo presidente della Rai, Marcello Foa. Che è parte di questo schieramento. Attraverso le sue riflessioni sui media cerca di farci digerire l’inesistenza della verità e di convincerci che tutto è fake news, non solo quelle che ha rilanciato lui quando, prima delle elezioni americane, condivideva un articolo dell’antisemita Maurice Blondet secondo cui Hillary Clinton organizzava messe nere. Per non parlare del suo convinto antieuropeismo, del suo complottismo esasperato, della sua opposizione ai vaccini. Ognuno si sceglie gli amici che vuole, naturalmente. Ed è anche naturale che, dopo la sua nomina, i giornali e tutti i media si siano impegnati in biografie ed interviste, anche il nostro Pagine Ebraiche. Restano questi fili che riportano indietro ad una figura inaccettabile, quella di Julius Evola, filtrati quanto volete ma comunque concreti. Abbastanza perché noi ebrei possiamo ricordarci di quell’edizione del 1937 dei Protocolli. Se non lo facciamo, mutuando Primo Levi, “ci si sfaccia la casa, la malattia ci impedisca, i nostri nati torcano il viso da noi”.

Anna Foa – Pagine Ebraiche novembre 2018

(11 novembre 2018)