Levi, le poesie sul palco
Le poesie di Primo Levi traslate in forma artistica, con la voce di Shulamit Ottolenghi, la tromba di Frank London e il pianoforte di Shai Bachar.
Una prima presentazione assoluta per “Shemà”, spettacolo dedicato allo scrittore e Testimone della Shoah torinese che ha incantato il pubblico del Festival Flautissimo accorso numeroso al Teatro Vascello di Roma.
Nell’ottantesimo anniversario delle Leggi razziste, un omaggio all’autore di Se questo è un uomo che nasce nel solco di un percorso comune di riflessione sul tema della Memoria. “In un momento in cui l’abuso retorico del ricordo della Shoah è sempre più diffuso – il loro messaggio, condiviso prima di Shemà – il monito moralmente univoco di Primo Levi contro tutte le perversioni del potere è più rilevante che mai.”
Al progetto Ottolenghi ha dedicato due intensi anni di lavoro. “Scrivere, per Levi, è innanzitutto comunicazione tra esseri umani. Un autore che non si fa comprendere è come un uomo che urla nel deserto. La mia speranza – dice l’artista, milanese di origine, ma dal 1973 residente in Israele – è che questo progetto possa contribuire a diffondere le sue parole e il suo messaggio universale amplificando quelle potenzialità comunicative che tanto a Levi stavano a cuore per raggiungere il pubblico più vasto possibile”. Grande la soddisfazione di Stefano Cioffi, direttore artistico di Flautissimo: “È stata per il folto pubblico presente un’esperienza di rara portata artistica e spirituale. Le parole di Primo Levi sono risonate più limpide e potenti che mai sottolineate da una musica che ha magistralmente saputo definirle e potenziarle senza mai per un attimo travolgerle. Eccezionali l’esecuzioni di London e Bachar e straordinaria – commenta Cioffi – l’interpretazione vocale di Shulamit”.
(18 novembre 2018)