“Jewish in the City, la culturaluce contro l’oscurantismo”
La cultura per accendere il pensiero e rischiarare il buio dell’oscuratismo, dell’omologazione, della cancellazione delle differenze. È un messaggio rivolto al presente quello lanciato nelle scorse ore dai protagonisti di Jewish in the city, la rassegna milanese dedicata alla cultura ebraica, riunitisi nella sinagoga di via Guastalla: da rav Alfonso Arbib, rabbino capo della città, all’assessore alla Cultura di Milano Filippo Del Corno, da rav Roberto Della Rocca, direttore dell’area Cultura e Formazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, allo psicanalista Massimo Recalcati e al giornalista David Parenzo, tutti gli intervenuti hanno ricordato la necessità di non cadere nel buio dell’ignoranza, ma di impegnarsi ad accendere la luce della ragione. “Siamo qui per dare un messaggio rivolto al futuro. Per accendere le luci di Hannukkah e la luce della cultura ebraica”, ha sottolineato in apertura Gadi Schoenheit, Consigliere della Comunità ebraica, promotrice dell’iniziativa. Dopo i saluti istituzionali del copresidente della Comunità Raffaele Besso e la lettura del messaggio della presidente UCEI Noemi Di Segni, l’assessore Del Corno ha sottolineato come “questo festival, legato alla Festa di Hannukkah, ci indica un metodo: usare la luce per rischiarare questi tempi caratterizzati dalla cupezza, per vedere un mondo fatto di dialogo e relazione, di rispetto reciproco”.
Un concetto condiviso da Renato Saccone, nuovo prefetto di Milano, che ha voluto dare il suo saluto ai presenti. “Il buio è quando mi rifiuto di distinguere le idee, quando mi rifiuto di pensare, quando do per scontato il pensiero. La luce rischiara le idee e la diversità”, il messaggio di rav Arbib, che ha messo in guardia il folto pubblico dal non dare per scontata la democrazia. Poi si è entrati nel vivo con il confronto tra rav Della Rocca e Recalcati, moderato dalla direttrice del Teatro Parenti Ruth Andrée Shammah.
Un concetto condiviso da Renato Saccone, nuovo prefetto di Milano, che ha voluto dare il suo saluto ai presenti. “Il buio è quando mi rifiuto di distinguere le idee, quando mi rifiuto di pensare, quando do per scontato il pensiero. La luce rischiara le idee e la diversità”, il messaggio di rav Arbib, che ha messo in guardia il folto pubblico dal non dare per scontata la democrazia. Poi si è entrati nel vivo con il confronto tra rav Della Rocca e Recalcati, moderato dalla direttrice del Teatro Parenti Ruth Andrèe Shammah, e incentrato sul tema dell’educazione. Secondo Recalcati “l’educazione è il mettere nel cuore del figlio il senso della legge, non è regolarne i comportamenti come fossimo dei semafori con il traffico”. “La scommessa dell’educatore e del genitore – le parole di rav Della Rocca – è quello di non sottomettere il figlio al piano di famiglia, di non portarlo verso ciò che desidera ma di svilupparne le potenzialità e peculiarità”. La sfida del maestro, dell’educatore, è quello di rimanere legato alle radici, all’antico ma dicendo cose nuove, innovative, ha sottolineato il rav.