Controvento – Musica nel lager

kasamÈ dedicato alle donne il concerto per il Giorno della Memoria 2019, che stiamo organizzando, come ormai è consuetudine da sei anni, sotto gli auspici della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dell’UCEI.
“Libero è il mio canto” è dedicato alla musica scritta da donne prigioniere: deportate nei lager nazisti e nei gulag russi, internate nei campi giapponesi in Indonesia durante la seconda guerra mondiale. Donne ceche, russe, italiane, polacche, tedesche; musiciste colte o dilettanti, poetesse, infermiere, suore, tzigane. Figlie, madri, sorelle. È una pagina commovente e inedita della storia della musica, della storia della cultura e della storia delle donne, che stiamo recuperando dall’oblio e che verrà eseguito in prima mondiale il 16 gennaio all’Auditorium Parco della Musica di Roma, Sala Sinopoli, alle 20.30 (i biglietti, gratuiti, saranno in distribuzione a partire dal 12 gennaio presso l’Infopoint dell’Auditorium, fino a esaurimento posti).
In questi tempi in cui in tutto il mondo stanno rinascendo maschilismi, razzismi, odio e paura per i diversi, ci sembra particolarmente importante dare voce alle donne, ai loro valori di umanità, accoglienza, amore ed empatia.
Schermata 2018-12-03 alle 12.53.18Sono diciotto i canti creati da compositrici che torneranno a vivere a Roma, eseguite per la maggior parte in prima assoluta con arrangiamenti ricostruiti o creati ad hoc da Francesco Lotoro, che da trent’anni raccoglie in tutto il mondo le musiche scritte da deportati e prigionieri nel periodo della Seconda Guerra Mondiale. Un patrimonio musicale (a oggi 8.000 opere musicali e 10.000 documenti) per la maggior parte inedito e sconosciuto, che testimonia l’anelito umano a cercare bellezza e spiritualità anche nelle condizioni. “La musica scritta in Lager e Gulag è positiva perché esalta la vita, annichilisce persino le ideologie totalitarie e rende uno dei più grandi omaggi all’ingegno umano – dichiara il Maestro Lotoro – Le donne musiciste, anche di fronte all’ineluttabile, crearono poesia e musica su patria perduta, figli e mariti lontani, resistenza al nemico, senza mai rinunciare a gusto, fantasia e senso dell’umorismo; nella loro musica il dolore si fa colore. Ci vorranno anni perché sia loro restituito un giusto riconoscimento artistico; a questo è indirizzato il lavoro della Fondazione ILMC di Barletta”.
Durante la serata si alterneranno sogni d’amore, incitazioni alla resistenza, denunce di crudeltà disumane, ninne nanne per bambini, brani dedicati alla natura e all’arrivo della primavera, parodie di celebri canzonette, tra cui Mamma, son tanto felice, notissima internazionalmente, che veniva cantata in polacco nel Stammlager di Auschwitz, con parole struggenti composte per l’occasione.
Nel programma si inseriranno due cori, quello delle Voci Bianche dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, che canterà composizioni scritte nei gulag russi e un coro femminile che, come un coro greco, accompagnerà tutto il concerto eseguendo molti brani tra cui il Salmo scritto per la liberazione di Auschwitz, e, inedito in Italia, il Bolero di Ravel cantato a cappella, come avveniva nel campo di internamento giapponese di Palembag in Indonesia per la mancanza di strumenti musicali, grazie alla passione di due musiciste inglesi (la loro storia è stata ricostruita nel fil “Paradise Road”).
“La Musica è da sempre, nella millenaria storia ebraica, un linguaggio di espressione e comunicazione, attraverso il quale si sono recitate preghiere collettive e personali, innalzati inni e lamentazioni, lodi per i miracoli, suppliche per le vicende strazianti e dolorose” dichiara Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane “Abbinando voce e strumenti, specialmente quando sono le donne, le madri ad esprimersi, ci si immerge in un canto universale pur esprimendosi, ciascuna, nella propria lingua identitaria”.
Il concerto si avvale di un cast eccezionale di interpreti. La voce emozionante di Cristina Zavalloni darà vita ai canti e le drammatiche e intemerate storie delle compositrici saranno evocate Paola Pitagora. Da Tel Aviv, guest star della serata sarà la cantante Aviva Bar-On, deportata poco più che decenne nel campo di concentramento di Theresienstadt, dove conobbe la compositrice Ilse Weber. Un eccezionale ensemble di musicisti solisti, la Legerkapelle, completa il cast degli interpreti. La regia è di Angelo Bucarelli, che già l’anno scorso curò all’Auditorium la messa in scena de Il Processo, l’evento inaugurale del Giorno della Memoria 2018.
La celebre artista israeliana Michal Rovner (uno de pochi artisti contemporanei ad aver avuto una grande personale al Louvre) ha donato i diritti di riproduzione della sua opera Givaa (2009) per la grafica del concerto.
adottaPer realizzare il concerto, in un momento di crisi economica in cui non sono più disponibili soldi pubblici e le sponsorizzazioni aziendali diventano sempre più rare, abbiamo lanciato la campagna “Adotta una canzone”.
Con una donazione di 1.000 euro si può “adottare” una delle canzoni del programma, che sono meravigliose e hanno testi struggenti: raccontano le sofferenze quotidiane, i sogni d’amore, la nostalgia per la mamma, la tenerezza per i bambini e il desiderio di tenerli al riparo dalla sofferenza. Sono canti scritti a Auaschwitz, Theresienstad, Bergen Belsen Ravensbruck, Parschnitz, Lublin Majdanek, nei ghetti di Vilnius e Byalistock, nel campo giapponese di Palembag in Indonesia, Palembag, nel gulag di Kolyma in Siberia.
I donatori entreranno a far parte del Comitato d’Onore; riceveranno due biglietti del concerto in platea, settore VIP e un dvd del concerto firmato dagli artisti e il loro nome – o il nome della persona alla quale scelgono di dedicare la canzone – apparirà sul libretto di sala sotto il testo della canzone adottata. Ma soprattutto contribuiranno a salvare dall’oblio queste musiciste eroiche che, prigioniere e internate in condizioni drammatiche, hanno trovato la forza di creare bellezza e di far sentire il loro canto, anelito di libertà, inno di speranza, che mette in luce il coraggio, la capacità di resistenza e resilienza delle donne, ma anche la loro straordinaria vena artistica in un campo, quello della composizione musicale, in cui le donne sono praticamente assenti, a differenza che in letteratura, pittura, scultura dove, anche se poco numerose, furono comunque attive e a volte riconosciute nel corso dei secoli.
I testi delle canzoni da adottare possono essere letti nei prossimi giorni sul sito www.memoriainmusica.it.
O cliccando qui.

Viviana Kasam

(3 dicembre 2018)