Shechitah vietata nelle Fiandre
“Affronto ai valori europei”
Il nuovo anno, almeno nelle Fiandre, una delle tre regioni in cui è suddiviso il Belgio, inizia nel segno della negazione dei diritti religiosi fondamentali. Da ieri infatti è entrata in vigore la legge, approvata nel luglio del 2017 dal Parlamento locale, che vieta la macellazione rituale secondo le norme ebraiche e islamiche. Un provvedimento che sarà presto seguito, nel settembre di quest’anno, da un analogo divieto che troverà applicazione in Vallonia.
Poche, all’infuori del mondo ebraico, le voci che si stanno facendo sentire in queste ore. “Queste misure antireligiose, approvate in un paese in cui ha sede la capitale legislativa d’Europa, sono un affronto ai valori comuni” afferma rav Pinchas Goldschmidt, presidente della Conferenza dei rabbini europei.
“Più e più volte – prosegue il rav – alti funzionari dell’Unione Europea ci dicono che non può esistere un’Europa senza ebrei. Questi divieti contraddicono quelle dichiarazioni e mettono a rischio un futuro ebraico. Esortiamo quindi i leader europei a far presente ciò ai governi degli Stati membri. Le parole sono deboli quando le azioni fanno male”. Quanto accaduto in Belgio, sostiene rav Goldschmidt, deve servire da campanello d’allarme per tutte le Comunità ebraiche e spingerle a tessere rapporti sempre più stretti con i rispettivi governi per prevenire ulteriori brutte sorprese.
Un momento di elaborazione, annuncia poi, è previsto per il mese di aprile. Proprio Bruxelles sarà infatti la sede del congresso biennale della Conferenza, con la partecipazione di centinaia di rabbini da tutta Europa.
(2 gennaio 2019)