Il piano di Trump
Su La Stampa vengono presentate alcune indiscrezioni relative al piano di pace tra israeliani e palestinesi dell’amministrazione Trump diventate di pubblico dominio nelle scorse ore. Il piano, si legge, prevede “un massiccio allargamento delle zone A e B della Cisgiordania, quelle sotto controllo parziale o totale dei palestinesi, e questo dovrebbe portate alla nascita di uno Stato palestinese sul 90 per cento della Cisgiordania”. Israele conserverà gli insediamenti costruiti lungo la frontiera del 1967 “ma dovrà evacuare o congelare quelli all’interno”. In cambio “otterrà la sovranità sulla Città vecchia di Gerusalemme e sulla Spianata delle moschee, che però sarà gestita in accordo con la Giordania e forse altri Stati arabi”. Per La Stampa, “un piano destinato a scontentare tutti”.
Su Repubblica si parla del recente raduno di Forza Nuova a Latina, anche attraverso le parole del suo leader Roberto Fiore. Nel comizio non sono mancati riferimenti all’attuale assetto di governo. “Salvini – ha detto Fiore – è una persona che ha portato la Lega a un alto livello. Ritengo che quello che sta facendo contribuisca a spostare gli italiani verso posizioni buone. Ma quando si arriva allo scontro col sistema o hai una classe pretoriana, le camicie nere insomma, o sei destinato a perdere. L’unica idea che resta in piedi è così la nostra”. Afferma invece Marine Le Pen, leader dell’ultradestra francese, in un colloquio con il Corriere: “Quando il presidente della Commissione europea non sarà più Juncker ma una personalità espressione delle idee mie e di Salvini, la vita dei cittadini migliorerà”.
Sul Corriere, Donatella Di Cesare ricorda Shlomo Venezia. “Chi l’ha conosciuto – scrive del Testimone – sa quanto soffrisse di un’angoscia tetra, di una disperazione sorda, che rischiavano di logorarlo. Dopo il filo spinato del lager, il pericolo era il silenzio in cui avrebbero potuto spegnersi le sue parole. Eppure Shlomo, combattente instancabile, ha vinto la sua battaglia”.
“Memoria genera futuro”. La terza edizione delle iniziative organizzate per il Giorno della Memoria sotto questo nome, promosse dall’amministrazione comunale insieme alla Comunità ebraica di Roma, è stata presentata ieri nella Capitale. Fitta l’agenda di appuntamenti. “Tutto questo è frutto di un lavoro sistematico con le istituzioni capitoline: segno che la nostra ferità è una ferita della città intera” ha dichiarato la presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello, di cui il Corriere riporta tra gli altri le parole. Scrive invece il dorso romano di Repubblica: “Tanti, tantissimi eventi in occasione della manifestazione ‘Memoria genera futuro’, molti dei quali organizzati dall’attivissima Fondazione Museo della Shoah. Ma nell’aria aleggia una domanda: che fine ha fatto il tanto discusso (e promesso) progetto di edificare un Museo della Shoah accanto a Villa Torlonia?”.
Partirà domenica l’undicesimo Treno della Memoria organizzato dalla Regione Toscana, con oltre 500 studenti al seguito. L’iniziativa è stata presentata tra gli altri dalla vicepresidente della Regione Monica Barni, dal presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani e da Ugo Caffaz. Senza quest’ultimo, scrive La Nazione, “il treno non avrebbe macinato così tanti chilometri”.
I dorsi milanesi dei quotidiani ricordano invece Venanzio Gibilini, scomparso ieri, che fu deportato a Flossenburg per aver rifiutato aderire alla Repubblica di Salò.
Ancora un caso di esclusione di sportivi israeliani da competizioni internazionali organizzate in Paesi arabi. L’ultima vicenda è relativa ai mondiali di nuoto per disabili in programma in luglio in Malesia. A segnalarla è Il Foglio.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(18 gennaio 2019)