Per chi è oggi questo canto
Parschnitz I e II, subcampi di Gross–Rosen, furono aperti presso Parschnitz (oggi Poříčí, Republica Ceca), erano prevalentemente destinati a internamento e lavoro coatto femminile ed erano sorvegliati da guardie femminili inquadrate nelle SS; entrambi i subcampi furono liberati il 9 maggio 1945 dalle truppe sovietiche.
Bela Bogaty nacque a Będzin (Slesia, Polonia) il 4 maggio 1927 da Moszek Bogaty e Sara Cwerin; nel 1941 fu arrestata insieme agli ebrei del suo paese e deportata presso Parschnitz; ivi tra il 1943 e il 1944, insieme alle compagne di prigionia Lena e Radassa (cognomi non pervenuti) creò il canto Pieśń rozpaczy utilizzando l’unico giorno al mese di riposo dai lavori forzati e stendendo clandestinamente il testo su un foglio di carta.
Sopravvissuta sia ai lavori forzati che alla tubercolosi, dopo la liberazione scese in Italia e si unì in matrimonio con Josef Lustman, ebreo polacco sopravvissuto a Mauthausen; insieme emigrarono in Brasile, ebbero figli e nipoti.
Nel 2015 ricostruii Pieśń rozpaczy con Bela Bogaty – tutti la chiamano Dona Bela Lustman – durante il viaggio a Rio de Janeiro per le riprese del docufilm Maestro del regista Alexandre Valenti; con Dona Bela registrammo la canzone presso la Sala C. Meirelles di Rio.
Mauthausen, presso Linz (Austria), fu sede di uno dei più grandi Lager del Reich nonché uno dei più brutali siti di sperimentazione dello sterminio attraverso il lavoro; dotato di 4 subcampi allestiti presso Gusen, sia Mauthausen che Gusen furono liberati dalle truppe statunitensi il 5 maggio 1945.
Il compositore e avvocato Henryk Leszczyński nacque a Łódź nel 1923, figlio dell’ostetrica Stanisława Leszczyńska; nel 1943 fu arrestato con la madre, la sorella Sylwia e il fratello Stanisław. Sua madre e sua sorella furono deportate ad Auschwitz; ivi sua madre diede assistenza a 3.000 partorienti aiutando a partorire e salvando quanti neonati possibile, non di rado scontrandosi coraggiosamente con il famigerato dottor Joseph Mengele.
Henryk fu trasferito con il fratello a Mauthausen e infine a Gusen, dove nel 1944 Henryk scrisse Kolysanka oświęcinska su testo di Maria Czarnocka, dedicandola alla madre rimasta ad Auschwitz. Liberato nel 1945, Henryk lavorò come pianista nel Teatro Polacco del Displaced Persons Camp di Hasenhecke, nel 1962 assunse l’insegnamento presso la Scuola Statale di Musica di Łódź; da citare tra le sue opere balletti, pezzi pianistici e sinfonici, lavori per radio e televisione.
È in corso il processo di beatificazione di sua madre (deceduta nel 1974) da parte della Chiesa Cattolica.
Kolysanka oświęcinska sarà eseguita in prima assoluta giovedì al Quirinale in occasione degli eventi istituzionali per il Giorno della Memoria 2019; val la pena citare un verso di questa splendida canzone di Gusen che dice: “Per chi è oggi questo canto?”.
Sembra una domanda rivolta ai posteri; crediamo di poter oggi affermare che questo canto e tutti i canti scritti dal 1933 al 1953 a Mauthausen e Treblinka sino a Kolyma e Vorchuta siano nostri, per sempre.
Aiutatemi a consegnare questo patrimonio a ogni uomo e ogni donna; renderemo questa terra più ospitale e questa musica un immenso tesoro dell’ingegno umano.
Francesco Lotoro
(Nell’immagine – Lotoro con Bela Bogaty Lustmann, cantante sopravvissuta al Campo di lavori forzati di Parschnitz – Rio de Janeiro)