Bologna – “Non demoni, ma scienziati”
Ideata nel 2015, “Oggi mi laureo al MEB” è una rassegna che la Biblioteca del Museo Ebraico di Bologna ha varato per valorizzare le tesi universitarie di argomento inerente all’ebraismo, invitando i neolaureati a “ridiscutere” il loro lavoro, insieme al relatore, davanti al pubblico del Museo e degli studenti universitari.
Al termine di quella che è una vera e propria conferenza, il giovane relatore riceve un attestato di partecipazione sotto forma di diploma e la Biblioteca del Museo aggiunge una copia della tesi al proprio patrimonio bibliografico consentendone la consultazione e il prestito.
Ieri pomeriggio, nel quadro delle iniziative organizzate per il Giorno della Memoria, Leonardo Fresta ha ridiscusso la sua tesi “Non demoni, ma scienziati. L’eugenetica e l’eutanasia nella Germania nazionalsocialista”, confrontandosi con la relatrice, la professoressa Antonella Salomoni dell’Università della Calabria. Era presente anche la direttrice del Museo Vincenza Maugeri.
Il lavoro di Fresta verte sui presupposti che diedero vita dapprima alla politica di eliminazione delle categorie sociali ritenute dannose per la società, delle persone cioè affette da disabilità fisica o psichica e degli individui con comportamenti classificati come asociali, poi alla discriminazione su base razziale delle popolazioni non ariane e non arianizzabili. Come viene ricordato nell’introduzione i presupposti in questione, oggi universalmente riconosciuti come infondati, erano, tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, considerati scientificamente ineccepibili e come tali condivisi e sostenuti da larga parte degli scienziati non solo tedeschi. Fu però in Germania, in seguito all’affermazione del Terzo Reich, che essi furono messi in pratica su larga scala e aprirono le porte all’ampia ed efficiente galassia dei campi di concentramento e sterminio dell’Europa di Hitler. Un’occasione per riflettere sui concetti di normalità e omologazione che, surrettiziamente, rischiano ancora oggi di compromettere una serena e rispettosa accettazione dell’altro.
(30 gennaio 2019)