Fiume, il ritorno delle sorelle Bucci
Due sorelle nell’inferno di Auschwitz e un commovente, atteso ritorno a casa.
Il 28 marzo prossimo, a 75 anni dalla cattura, le sorelle fiumane Andra e Tatiana Bucci torneranno infatti nei luoghi della loro infanzia. Là dove sono nate e cresciute e là dove è iniziato il loro drammatico viaggio verso il lager nazista.
L’occasione del loro ritorno in Quarnero sarà la posa di nove pietre d’inciampo in ricordo dei familiari rimasti uccisi nella Shoah davanti al civico 15 di via Pomerio, dove abitava la famiglia Perlow. Pietre bilingui, in lingua italiana e croata, con incisi i nomi di Mira Perlow Bucci, Mario Perlow, Sonia Perlow, Jossi Perlow, Aron Perlow, Carola Braun Perlow, Rosa Farberow Perlow e Silvio Perlow e del cuginetto Sergio De Simone.
L’occasione, grazie al coraggio e alla forza di queste due Testimoni, per fare una nuova volta i conti con il passato e con le responsabilità fasciste nella persecuzione degli ebrei fiumani.
Fu infatti il fascismo ad aprire la strada alla persecuzione nazista, ai rastrellamenti, alle deportazioni. Senza il veleno diffuso dalla presenza italiana, senza le leggi razziste, non sarebbe stato possibile ottenere un effetto così devastante. A ricordarlo è un volume di recentissima pubblicazione, opera della professoressa Sanja Simper (nell’immagine). “Gli ebrei a Fiume e nell’Istria liburnica alla luce dell’antisemitismo fascista 1938 – 1943”, pubblicato in lingua croata, è lo studio più significativo ad oggi realizzato su questo tema. L’ampliamento, con alcuni documenti inediti, del lavoro svolto per la tesi di dottorato discussa all’Università di Zagabria nel 2012.
Una giornata di impegno e Memoria che Sanja aveva voluto condividere con la redazione di Pagine Ebraiche, che l’aveva accompagnata davanti alla commissione.
Già allora Ivo Goldstein, presidente della Comunità Bet Israel di Zagabria e tra i massimi storici dei paesi dell’ex Jugoslavia, aveva messo questo studio in relazione a quelli che Renzo De Felice dedicò al fascismo evidenziando la medesima capacità pioneristica. Da allora molte sono state le iniziative che hanno permesso di stimolare la riflessione su questi temi. Convegni, percorsi con le scuole, una mostra ospitata dal Comune.
Edito per i tipi della Comunità Bet Israel, lo studio ricorda come in base al censimento generale condotto il 22 agosto del ’38 1473 persone di “razza ebraica” vivessero in tutta la provincia. Di queste 1386 a Fiume, 313 ad Abbazia e 30 a Laurana. A Fiume gli ebrei erano il 2,5% della popolazione. “Fu l’inizio del disastro” sottolinea Sanja, che illustra in modo tangibile le conseguenze degli atti discriminatori che sarebbero stati di lì a poco promulgati. Emarginazione dalla società, dagli spazi pubblici, dalle relazioni umane elementari. Spoliazione dei beni. E un registro di nomi che si sarebbe rivelato prezioso, per gli aguzzini, nei giorni terribili della caccia all’uomo.
“Più mi addentravo in questi temi, e più avvertivo l’esistenza di una lacuna. In genere anche qui si cade nell’errore di pensare che il fascismo fosse tutto sommato blando. Niente di più sbagliato. Per questo – afferma la professoressa – ho iniziato la ricerca”.
Tutto inizia all’archivio di Stato di Fiume e gradualmente si estende, a Trieste, in Italia, in Israele, dovunque si trovino discendenti della Fiume ebraica di un tempo.
“Per fortuna, oltre a un significativo supporto istituzionale, ho potuto contare sul supporto prezioso di tanti amici che generosamente si sono spesi per la mia causa. Penso, a Trieste, a due persone che non ci sono più ma che ho sempre nel cuore: Andrea Mariani e Filip Fischer. Senza dimenticare l’aiuto che mi è arrivato dall’archivio dell’UCEI, grazie in particolare a Carlo Di Cave. E così, tassello dopo tassello, questa lacuna è stata colmata”.
Ed è un bene per tutti. Per le istituzioni fiumane, che hanno rivolto un caloroso ringraziamento a Sanja. “È importante lanciare un messaggio forte su questo tema soprattutto oggi quando, sia in Croazia che in altri Paesi europei, c’è chi giustifica e non condanna abbastanza le politiche che portarono alla più grande tragedia del genere umano” ha detto tra gli altri il sindaco Vojko Obersnel in occasione della presentazione del libro, lo scorso mese di gennaio.
E per il mondo della scuola, che è poi il pane quotidiano di Sanja (che è una insegnante). “C’è tanto da fare e tanto da raccontare. Sta ai singoli insegnanti darsi da fare. Per onorare la Memoria e per costruire insieme il futuro”.
Adam Smulevich
(21 marzo 2019)