Ebrei che sottovalutano l’antisemitismo

anna segreLa reazione da parte dell’ebraismo italiano dopo gli insulti antisemiti ricevuti da Gad Lerner mi è sembrata un po’ sottotono rispetto ad altri episodi analoghi accaduti in precedenza. Certo, la Presidente dell’Unione ha mandato una lettera di solidarietà netta e inequivocabile, ma questo notiziario ha dato conto dell’aggressione verbale solo attraverso la rassegna stampa di domenica e la stessa lettera di solidarietà della Presidente è stata riportata – mi è parso – un po’ in sordina, con un titolo che sembrava alludere a tutt’altro. Spero di sbagliarmi, ma ho percepito una certa reticenza; ho avuto l’impressione che all’interno dell’ebraismo italiano fossero emerse resistenze, dovute presumibilmente a divergenze ideologiche con il giornalista.
Qualche settimana fa riflettevo sul rapporto esistente tra percezione dell’antisemitismo e antisemitismo reale, ipotizzando una sorta di proporzionalità inversa: l’antisemitismo percepito nelle sue reali dimensioni è il segno positivo di una consapevolezza diffusa mentre l’antisemitismo negato può indicare una pericolosa tendenza alla rimozione. A maggior ragione mi pare preoccupante la sottovalutazione dell’antisemitismo da parte degli stessi ebrei: quando un atto palesemente antisemita viene passato sotto silenzio o minimizzato anche all’interno della comunità ebraica, quando alcuni ebrei arrivano a pensare che altri ebrei non meritino solidarietà perché hanno opinioni diverse, diventiamo tutti più esposti e più fragili.
Se non siamo noi ebrei a denunciare l’antisemitismo chi lo farà per noi?

Anna Segre