Antisemitismo
e antisionismo

Who: Furio Colombo, Presidente di ‘Sinistra per Israele’
What: antisemitismo e antisionismo
When: 31 Marzo 2019
Where: Il Fatto Quotidiano, p. 13
Why: in risposta ad un bravo attore
Specifichiamo queste cinque “w” (un classico del giornalismo). Furio Colombo scrive “Ma niente permette di separare il sionismo, come una specie di degenerazione nazionalistica, dalla storia del mondo contemporaneo, del formarsi dell’Europa moderna. Per forza, oggi, essere ‘antisionisti’ vuol dire essere antisemiti. È un’altra forma di negazionismo”.(…)
“Isolare la vicenda palestinese (che a sua volta è in preda all’estrema destra di Hamas) come se fosse l’inevitabile conseguenza del sionismo, è un errore, a cui si giunge sottraendo molti fatti alla brutta avventura che stiamo vivendo”.
Se assumessimo che Furio Colombo abbia ragione (non è il primo a identificare antisionismo e antisemitismo, ma in Italia è uno dei personaggi più significativi, se non addirittura il più significativo), le conseguenze principali sarebbero:
– poiché gli episodi di antisemitismo sono molto meno numerosi e meno istituzionali di quelli di antisionismo, se i due fenomeni si identificassero, la loro dimensione quantitativa e qualitativa sarebbe ben più importante;
– le istituzioni ebraiche, che giustamente rammentano e commemorano l’antisemitismo preterito, dovrebbero raddoppiare il focus della loro attività corrente, controbattendo all’antisionismo.
Altrimenti, si potrebbe, in linea teorica, sostenere che Furio Colombo sbaglia e che l’antisionismo non sia antisemitismo. Da parte nostra, dovremmo soggiungere che non si riscontra, nelle tesi antisioniste diffuse sovente e in sedi diverse, alcuna definizione di sionismo, per cui si combatte qualcosa che è privo non solo di genitori ma addirittura scevro di un nominativo, una spiegazione, una descrizione.
Beninteso, le istituzioni ebraiche potrebbero rispondere al prof. Colombo nei modi più svariati; una sola opzione sarebbe, tuttavia, da escludere in radice, quella di non pronunciarsi sul contenuto dell’antisemitismo, atteso che non si tratta di un dilemma astratto e di natura meramente culturale, perché riguarda la loro ragion d’essere. Le istituzioni dell’ebraismo italiano potrebbero anche esaminare la sesta e settima questione: come e con quali mezzi. Mai compito così semplice è stato, al contempo, così disagevole.

Emanuele Calò, giurista

(2 aprile 2019)