Milano – “Brigata Ebraica, simbolo
della libertà europea”

Appena raggiunta la maggiore età Piero Cividalli segui l’esempio della sorella Paola – che dal ’44 servì in un’unità ausiliare britannica – e si arruolò “con l’intenzione di aiutare nella Liberazione dell’Europa dal giogo nazifascista”. Fortunatamente la guerra finirà prima che il giovanissimo Piero vi partecipi attivamente. A due mesi dalla fine del conflitto, sbarcherà a Taranto “con un gruppo di soldati ebrei che venivano dalla Palestina. Immediatamente potei constatare con i miei occhi la rovina totale dell’Italia. Il fascismo aveva portato alla decimazione il paese, rendendolo povero, brullo e cosparso di rovine”. Ultimo reduce italiano della gloriosa Brigata Ebraica, la formazione militare di volontari ebrei che combatté per la Liberazione, Cividalli ha ricordato la sua storia a Milano, davanti a una città che ha voluto rendergli onore aprendo le porte di Palazzo Marino. Davanti al sindaco Giuseppe Sala e ai consiglieri comunali, nella sala del Consiglio riempitasi di pubblico per l’occasione, Cividalli ha ricordato la sofferenza per l’infamia delle Leggi razziste subite dalla sua famiglia e da migliaia di ebrei italiani; la perdita degli amici di famiglia Carlo e Nello Rosselli, assassinati dal fascismo; la fuga verso la Palestina mandataria e il ritorno in un’Italia devastata dal regime di Mussolini. “Vorrei che gli italiani conoscessero la loro storia e sapessero a cosa li ha portati il fascismo e quel falso desiderio di gloria nazionalistica. – le parole di Cividalli – Non dobbiamo dimenticare mai che siamo tutti cittadini del mondo e non abbiamo futuro alcuno se non ci aiutiamo l’un con l’altro invece di combinare nuove guerre e nuovi disastri”. “Milano rinnova a Piero Cividalli il suo ringraziamento, per la sua vita e le sue scelte. A lui rivolgiamo il nostro migliore augurio, perché possa continuare a raccontare ancora a tantissime persone la sua storia”, le parole del sindaco Giuseppe Sala, che ha ricordato come “grazie all’impegno di Piero Cividalli e di tanti membri della Brigata Ebraica possiamo vivere in un Paese libero, democratico ed europeo”. “Penso che quei quattro gatti che hanno l’abitudine di fischiare la Brigata Ebraica il 25 aprile – ha aggiunto Sala – lo fanno senza conoscere a fondo questa profonda e luminosa pagina di libertà”.
Nelle scorse ore il sindaco ha preso parte alla posa delle corone al Campo della Gloria, nel Cimitero Maggiore, in una cerimonia che ha visto la presenza del rabbino capo Alfonso Arbib, dell’arcivescovo di Milano Mario Delpini, il generale Silvano Frigerio, Comandante del Presidio militare, il sottosegretario regionale Alan Rizzi e il vicepresidente dell’Aned Giuliano Banfi, oltre al presidente dell’Anpi Milano Roberto Cenati. Quest’ultimo ha ricordato come la cerimonia al Campo della Gloria, in cui sono ricordati combattenti per la libertà, gli ebrei deportati, i lavoratori uccisi, è “fondamentale per tenere viva la memoria in un momento in cui in Europa e in Italia si vive una deriva razzista, xenofoba e fascista”.

d.r.

(Foto del Comune di Milano)