Riscoprire l’ebraismo
nella regione danubiana
Nel contesto della Cooperazione Territoriale Europea (ETC), il Programma Transnazionale della Regione Danubiana ha deciso di finanziare un progetto volto alla riscoperta ed alla promozione del patrimonio culturale ebraico nella regione danubiana. Saranno ben nove le città in otto diversi paesi a poter usufruire dei circa due milioni di euro di fondi europei vincolati alla realizzazione di programmi che abbiano come scopo quello di rendere maggiormente accessibile la storia e la cultura ebraica nelle rispettive realtà.
A fare da capofila come leader del progetto si trova la città di Szeged, conosciuta in italiano anche col nome di Seghedino, nell’Ungheria meridionale, mentre gli altri centri partecipanti sono: Timisoara (Romania), Galati (Romania), Murska Sobota (Slovenia), Osijek (Croazia), Subotica (Serbia), Kotor (Montenegro) e Banja Luka (Bosnia-Erzegovina). Il comune denominatore di queste città non è rappresentato solamente dalle dimensioni urbane medio-piccole, dal simile background culturale, e dai medesimi obiettivi turistici, ma anche dal fatto che, da sempre, la mancanza di fondi strutturali ha fatto sì che il patrimonio ebraico tangibile di queste realtà si deteriorasse, e che quello intangibile si perdesse.
Un altro fattore che accomuna le città partecipanti al progetto europeo riguarda l’esiguo numero di persone di religione ebraica che ancora oggi vi risiedono. Questi centri, che un tempo contavano diverse migliaia di ebrei, sterminati durante la Shoah o costretti ad emigrare durante i regimi comunisti, oggi non hanno che un vago ricordo di questa presenza, perlopiù testimoniata da un edificio di culto, o da un cimitero ebraico nella periferia cittadina. Ad esempio, nella stessa Szeged, nella quale si trova la quarta sinagoga più grande d’Europa, si stima che siano solo poche centinaia i membri della locale comunità ebraica, a Subotica appena 200, a Banja Luka poche decine, mentre Murska Sobota non ne ha più nemmeno uno.
Anche per questo motivo, il progetto in questione, intitolato “Rediscover” (Riscoprire), non si limiterà a ristrutturare o valorizzare le tante sinagoghe, cimiteri ebraici e memoriali presenti nei centri urbani delle città partecipanti, ma si focalizzerà sul patrimonio ebraico intangibile di questa regione. Infatti, se da un lato città come Szeged e Subotica vantano ancora oggi meravigliose attrazioni culturali legate alla presenza ebraica nei rispettivi centri, dall’altro piccole realtà come Banja Luka o Murska Sobota, dove poco o niente è rimasto in seguito alla Shoah, non possono che investire sul patrimonio intangibile legato all’ebraismo locale.
Pertanto, l’obiettivo principale del progetto è quello di studiare e rivitalizzare il patrimonio intellettuale ebraico che si cela nelle nove città che hanno aderito al piano. Tramite la creazione di progetti creativi, lo scopo degli organizzatori è quello di risaltare elementi quali la cucina, la letteratura, e la vita di tutti i giorni, da integrare, laddove possibile, al patrimonio culturale ebraico tangibile. Il progetto verrà implementato fino al 2021, anno in cui si prevede il lancio definitivo dell’itinerario turistico.
Michele Migliori, Pagine Ebraiche Aprile 2019