Il tempo, tra Ebraismo e Islam
“Il tempo nell’Ebraismo e nell’Islam”: questo l’argomento di un riuscito incontro svoltosi ieri pomeriggio, ultimo giorno del Festival delle Religioni ospitato nell’abbazia benedettina di San Miniato al Monte.
Anche se pioveva a dirotto, il vasto e suggestivo locale ricavato dalle cantine sotto il frantoio, capace di qualche centinaio di persone, era tanto affollato che il benedettino padre Bernardo, prima di dare inizio al dibattito ha dovuto chiuderne l’accesso. L’incontro, da lui moderato insieme a Francesca Campana Comparini, ideatrice e organizzatrice del festival, giunto quest’anno alla quarta edizione, è stato seguito con grande interesse.
I due oratori chiamati a confrontarsi, il rav Amedeo Spagnoletto, rabbino capo di Firenze, e Yahya Pallavicini, imam a Milano, hanno svolto il tema, alternandosi, con grande competenza e vivacità; rav Spagnoletto ha basato il suo intervento su riflessioni personali partendo dalle prime parole della Genesi dove già si trova il concetto del tempo e il dono che il Signore ci fa del “sabato”, secoli dopo ribadito sul Sinai, che scandisce la nostra vita.
L’imam Palavicini ha invece spiegato come nell’Islam venga seguito il calendario lunare e illustrato le preghiere che scandiscono la giornata, soffermandosi anche sul digiuno del Ramadan. Di conseguenza, riprendendo la parola, il rav si è soffermato sul calendario ebraico e in particolare su come tocca all’uomo stabilire anno per anno la data della varie ricorrenze festive in base alle disposizioni contenute nella Bibbia, mentre l’imam ha illustrato i vari “cicli” delle religione islamica. Applauditissimi, i due oratori hanno risposto a varie domande del pubblico.
Lionella Viterbo
(29 aprile 2019)