Oltre 700 missili sui civili israeliani,
da Gaza violenza senza tregua

Verso le due del mattino Moshe Agadi, 58 anni e quattro figli, è uscito dal rifugio antimissile per prendere un po’ d’aria in uno dei pochi momenti in cui le sirene hanno dato un po’ di tregua ai cittadini di Ashkelon, nel Sud d’Israele. Quando la sirena è ripartita per l’ennesimo attacco, Agadi non ha fatto in tempo a rientrare nel rifugio. Un razzo – uno degli oltre 450 sparati dai terroristi di Hamas e della Jihad islamica da Gaza – è esploso nei pressi della casa dove si trovava. Le schegge lo hanno investito, ferendolo all’addome. Quando sono arrivati sul luogo, i paramedici lo hanno trovato incosciente. “Abbiamo prestato il primo soccorso d’emergenza e l’abbiamo evacuato rapidamente in ospedale. Abbiamo continuato a curarlo ma le sue condizioni erano critiche”. Al Barzilay Medical Center di Ashkelon i medici non hanno potuto fare nulle e alle 2.30 del mattino hanno pronunciato la morte di Moshe Agadi.
La cronaca di questa tragedia è il simbolo di quanto sta accadendo in queste ore nel Sud d’Israele dove Hamas e Jihad islamica continuano nella loro aggressione contro la popolazione israeliana: centinaia di missili sparati senza sosta nel tentativo di fare vittime tra i civili. Solamente nelle ultime ore, sempre ad Ashkelon, due persone sono rimaste uccise dai razzi e diverse altre ferite. Israele ha risposto duramente a questi attacchi, prendendo di mira obiettivi nella Striscia di Gaza legati ai gruppi terroristici. Il Primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato che l’area intorno alla Striscia di Gaza ha uno “status speciale”, una designazione legale che conferisce al governo ulteriori poteri per proteggere la vita dei civili. “Poiché sono convinto che ci sia una possibilità ragionevolmente alta che si verifichi un attacco contro la popolazione civile, sto dichiarando questo status speciale per la periferia di Gaza in un raggio che va da 0 a 40 chilometri dalla Striscia di Gaza”, le parole di Netanyahu nella dichiarazione ufficiale.

Diverse le testimonianze in queste ore raccolte dai media locali con video e immagini da tutto il Sud d’Israele che raccontano il protrarsi dell’attacco di Hamas e Jihad islamica. “Non smetteremo (di reagire) finché la quiete non sarà ripristinata qui e i nostri vicini di casa capiranno che è preferibile vivere in pace”, ha dichiarato il presidente d’Israele Reuven Rivlin, durante una riunione nel Sud in una stanza rifugio con i rappresentanti del Consiglio della regione di Eshkol. I missili palestinesi hanno colpito indistintamente, danneggiando scuole e ospedali.

L’escalation di violenza che ha inghiottito la regione durante il fine settimana è iniziata venerdì sera, quando un cecchino a Gaza ha sparato a due soldati israeliani lungo il confine, ferendoli. L’esercito ha risposto attaccando una posizione di Hamas e uccidendo diversi membri del gruppo terroristico islamico. Da diverse settimane si respirava una relativa calma tra Israele e Gaza, con in mezzo un tentativo di armistizio non ufficiale. Un tentativo crollato davanti al massiccio lancio di missili da parte dei terroristi della Striscia.
Secondo i media israeliani, i gruppi terroristici di Gaza hanno detto che le loro azioni sarebbero una rappresaglia contro Israele che non rispetterebbe l’accordo di cessate il fuoco, bloccando il trasferimento di denaro del Qatar a Gaza. Un’accusa che Gerusalemme ha negato, dando la colpa del ritardo al Qatar e alle Nazioni Unite.
Dall’Italia, il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi e il ministro degli Interni Matteo Salvini hanno inviato un messaggio di solidarietà a Israele.

d.r.